Yemayà

Yemayà la regina delle acque, la Dea del mare

Questa divinità nasce dal popolo africano degli yoruba (Nigeria, Benin, Ghana, Camerun, Congo e Togo) ed è la madre di tutti gli orisha che sono le semidivinità. Essa è anche la regina dal mare e viene invocata per protezione, soprattutto per le donne in gravidanza, ma anche per purificazione o aiuto in generale. Si chiede la manifestazione nel suo aspetto materno, perché esiste anche un altro aspetto di Yemayà che è simboleggiato dal mare in tempesta.

Esistono diverse versioni del nome come per esempio: Yemayà, Imanja, Jemanja, Yemaya e molte altre. La tradizione crede che questa Dea sia nata dalla spuma del mare, la figura è come quella della “Grande Madre” (Dea della famiglia, dell’amore e della fertilità) di diverse tradizioni e ha insegnato l’amore a tutti gli orishas.

Questa divinità del mare arriva in Sudamerica dall’Africa insieme agli schiavi africani. Durante l’epoca della evangelizzazione degli schiavi africani, l’immagine originale della Dea (pelle più scura) venne convertita con il tempo in una Dea quasi cattolica a Mariana di pelle bianca ed un vestito azzurro lungo simile alla Stella Maris, Madonna dei Naviganti. Divenne così anche dea dei pescatori e delle imbarcazioni.
In questo modo gli schiavi hanno potuto continuare a praticare la loro religione, mascherando la loro sotto vesti cristiane, dando origine ad una festa religiosa unica.

Oggi questo culto viene praticato ancora in Brasile, Haiti, Cuba e Uruguay, cioè in tutti i paesi dove sono stati trasportati gli schiavi provenienti del golfo di Guinea.

yamanja festival
immagine da http://www.animez.info

 

Il 2 febbraio di ogni anno si festeggia la Iemanja a Montevideo e non solo…un po’ in tutto l’Uruguay. I fedeli arrivano già presto sulla spiaggia per lasciare le loro offerte, ma arrivano durante tutto la giornata. I rituali si celebrano sulla spiaggia Ramirez a Montevideo, dove la sera quando tramonta il sole affluiscono più persone. Qui le persone partecipano ai riti Umbandisti, ed è possibile comprare candele blu, garofani bianchi, barchette, fiori o altro da donare al mare, o meglio alla Dea del mare.

La statua di Yemayà è ricoperta di vesti blu e bianchi, fiori e circondata da candele.
Gli abiti da cerimonia degli Umbandisti sono bianco per gli iniziati nuovi, gonne lunghe per le donne e colori vistosi per i fedeli d’alto rango.

Le figure della  Mãe (madre in brasiliano) e il Pai (padre in brasiliano) che indossano i colori più forti guidano il rito. Inoltre intorno si suonano i tamburi a ritmo di candombe e canzoni. L’atmosfera decisamente mistica è resa ancora più tale con i sacrifici di piccoli animali, gesti sciamani, gioielli, profumi e le angurie che vengono utilizzate come barchette per i doni che vengono abbandonati al mare. Impossibile non farsi travolgere dalla curiosità… in questa cerimonia c’è tanto fascino e anche storia e cultura nascosta. Troviamo un po’ di Africa nascosta nella religione cattolica che si festeggia in Sudamerica.

Carioca Beaches
© Dario De Dominicis/LUZphoto

 

Yemayà, la Reina del Mar y de las aguas

Esta Diosa nace de un grupo etno-lingüístico de Africa (Nigeria, Benin, Togo) llamado yoruba  y es la madre de todas los orishas (semidioses).

Yemayá es el océano, la esencia de la maternidad y protectora de los recién nacidos, ella es la madre protectora. La diosa del Mar que se llama para pedir protección en su aspecto materno, porque existe también otro que es lo de la mar con temporal. Hay diferentes versiones de su nombre como: Yemayà, Imanja, Jemanja, Yemaya y muchos mas. La tradición cree que la diosa nació desde la espuma del mar, la “grande madre” (diosa de la familia, del amor y de la fertilidad) de distintas tradiciones y elle enserio también el amor a las orishas.
En Cuba es La Virgen de Regla y en Venezuela es La Virgen del Valle.

Yemayà la diosa del mar llega a Sudamerica desde Africa juntos a los esclavos. Durante la época de la evangelización de los esclavos africanos la imagen original de la diosa con piel más oscura fue convertida poco a poco en una diosa casi católica, Mariana de piel blanca con un vestido azul largo parecido a lo de Estrella Maris, la Madonna de los navegantes. De esta manera ella se volvió también diosa de los pescadores y de las embarcaciones. Los esclavos así pudieron seguir practicando la religión de ellos, escondiéndose detrás de la religión católica. Ellos dieron origen a esta fiesta religiosa única de la Yemayà.

Hoy este culto se celebra todavía en Brasil, Haiti, Cuba y Uruguay, o sea en muchas playas del paìs donde llegaron los esclavos desde el golfo de Guinea.

Cada 2 de febrero se celebra la Yemayà en Montevideo y un poco en todo Uruguay. Los creyentes llegan temprano y durante todo el día a la playa para dejar ofrendas al mar para la diosa. Los rituales se celebran en la playa Ramirez en Montevideo, donde la tarde con el atardecer la playa se llena. Aquí la gente participa a los rituales umbandistas y se pueden comprar velas azules, claveles blancos, barquitos, flores y mas ofrendas para el mar para rendir homenaje a la Reina del Mar. La celebración religiosa se transformó en una festividad popular que integra a la diversidad.

Yemanyà
http://www.gagdaily.com

La estatua de la divinidad está decorada con vestidos azules y blancos, flores y rodeada por velas. Los vestidos de la ceremonia de los umbandistas son blancos para los nuevos, faldas largas para las mujeres y colores vivos para los fieles de alto rango.
Las figuras de la  mãe y del pai visten con colores vivos y guían los rituales. Alrededor tocan los tambores a ritmo de candombe y se cantan canciones. La atmósfera es muy mística, aquí se encuentran sacrificios de pequeños animales, gestos chamanicos, joyas, perfumes y sandias que se utilizan para formar barcos con ofrendas para abandonar al mar.

Es imposible quedar indiferente …esta ceremonia es religiosa, pero también lleva mucha cultura e historia escondida. Cada año el 2 de febrero cien mil de personas llegan a las playas entre fieles, curiosos y turistas para participar al festival de Yemanyà, la diosa africana llegada a Sudamerica!

 

Carnevale in Uruguay

Il carnevale più lungo del mondo

 

In Sudamerica non esiste il Carnevale solo in Brasile, ma quello che molti non sanno che il carnevale più lungo del mondo si festeggia in Uruguay. In questo paese così piccolo si festeggia per 40 giorni di seguito in tutto il paese. Inizia di solito l’ultimo sabato di gennaio al centro di Montevideo nella Avenida 18 de Julio per poi continuare anche in altre regioni.

Parte del carnevale uruguaiano sono il candombe: sfilata dei tamburi con ballerine in marcia. Una tradizione proveniente dagli schiavi africani. Durante tutto l’anno si esercitano per questa sfilata.

La llamada, la “chiamata” i tamburi chiamano gli altri tamburi, queste si facevano nei quartieri Palermo e Barrio Sur di Montevideo. I primi concorsi di Llamadas risalgono al 1956.

La murga è la satira alla società, cantata in un linguaggio popolare con un po di ribellione e nostalgia. Troviamo una rappresentazione unica con un misto divertimento e costumi. La murga non può mancare nel carnevale dell’Uruguay, perché è essa che rappresenta la critica ed il umorismo del paese!

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Foto di Héctor Rodriguez Cacheiro vincitore della serie “solistas murga” FotoRevista

Nelle zone di confine con il Brasile ci sono anche i carnevali con samba ed è proprio lì che si parla anche il “portuñol” (nome che proviene da un misto di spagnolo e portoghese). Le zone di confine sono Artigas, Rivera, Cerro largo.

Questo corteo di carnevale è caratterizzato da molti simboli e da molti i personaggi tipici, come la mama vieja (una tipica mamma vecchia di colore e vestiti tipici) e il gramillero, uno stregone che porta yuyos le erbe che si usano anche per il mate e per farla innamorare. Questo rappresenta il medico o curandero africano saggio della nazione. Simbolizza a Ansina, medico di Artigas, primo scrittore gaucho. Il gramillero porta una valigia piena di yuyo ed erbe medicinali come gli antichi medici ayurvedici.

La mama vieja invece rappresenta la dignità delle donne nere e la loro bontà suprema, porta un foulard bianco in testa, un ventaglio, un ombrello, un cestino con fiori, gonna larga del 1800. Balla con la testa alta come una dama nobile.

Inoltre ci sono las comparsas– gruppi di suonatori di tamburo, ballerini e personaggi che sfilano per interpretare le divinità africane con danze e musiche. Si trovano anche tante figure religiose delle diverse tribù africane, il re e la regina che ogni nazione o tribù dovrebbe avere nella sfilata.
Tutti si fanno coinvolgere dalla sfilata di carnevale uruguaiana! Guardatevi il  breve video di carnevale di Montevideo di quest’anno!

 

 

 

El carnaval más largo del mundo

En Sudamerica no existe solo el carnaval de Brasil, a lo mejor no muchos saben que el carnaval más largo del mundo se celebra en Uruguay. En este paìs tan pequeño se celebra el carnaval durante 40 días por todo el paìs. Normalmente empieza el último sábado de enero en el centro de Montevideo en la Avenida 18 de Julio para continuar también en otras departamentos.

El candombe es parte del carnaval en Uruguay: el desfile de tambores con bailarines es una tradición que viene de los esclavos africanos. Durante todo el año los grupos se preparan para el desfile de carnaval.

Las llamadas, la palabra viene de llamaren el sentido de llamar a los demás con los tambores. Las llamadas se hacían en los barrios Palermo y Barrio Sur en Montevideo y el concurso de Llamadas se realizó por primera vez en el año 1956.

La murga representa la sátira de la sociedad, cantada en un lenguaje popular con rebelión y nostalgia. La murga no puede faltar en el carnaval de Uruguay, donde se visten con trajes tipico y divertidos rappresentando la critica y el umorismo del pais.

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Foto de Héctor Rodriguez Cacheiro, ganador de  FotoRevista en la serie “solistas murga”

En la frontera con el Brasil se encuentran carnavales con samba y se habla el “portuñol” (nombre que viene desde una mezcla entre español y portugués). Las zonas de frontera son Artigas, Rivera, Cerro largo.

El corteo de carnaval está caracterizado por muchos símbolos y por personajes típicos, como la mama vieja (una típica mama anciana negra con vestidos típicos) y el gramillero , un brujo que lleva yuyos que se usan también para el mate y para enamorarla. Este último es un medico o curandero africano sabio del país. En Ansina este simboliza el medico di Artigas primer escritor gaucho. El gramillero lleva la maleta llena de yuyos y hierbas medicinales como los antiguos médicos de ayurveda.

La mama vieja representa la dignidad de la mujeres negras y baila como una dama de nobleza con la cabeza alta. Ella lleva pañuelo blanco sobre la cabeza,  un paraguas, una canasto con flores,un abanico y una pollera grande del 1800.

Las comparsas son grupos que suenan el tambor, bailarines y personajes que desfilan para interpretar la divinidad africana con danzas y música. Se encuentran figuras religiosas de diferentes tribus africanas, el rey y la reina que cada nación o tribu debería tener en el desfile.

Sigue un video sobre el candombe y su gente afro uruguaya!