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cuLTURA ANDINA E LINGUA QUECHUA

Carmelo Sardinas Ullpu è professore di lingua Quechua del progamma di lingue di UNSAM a Buenos Aires. Originario della Bolivia è anche un indigeno militante che da anni lotta per i diritti del popoli indigeni del Abya Yala (América Latina) e del Tahuantinsuyo. Carmelo non ha mai smesso di fare sentire la sua voce per la giustizia sociale e la decolonizzazione nemmeno dopo 70 anni!

Carmelo è originario della comunità Jatun Ayllu T’urupalqa dell’antica nazione Wisija ubicata nella provincia boliviana del Nor Chichas a Potosì. Oggi troviamo una strada che collega la comunità, ma prima la strada era intransitabile. Il paesaggio era rurale tra natura e animali ed i suoi abitanti parlavano solo Quechua.

La sua infanzia non era facile ma era contento perché esisteva l’affetto, la fraternità , la reciprocità e l’armonia nella quotidianità. Gli adulti si prendevano cura dei bambini e degli anziani. Si viveva la convivenza in una comunità che ha resistito per 500 anni alla colonizzazione e allo stato coloniale.

Carmelo ha iniziato a conoscere lo spagnolo a sette anni quando hanno costruito le prime scuole in capanne nelle comunità . La chiesa cattolica fece costruirle con il fine di evangelizzare le comunità. oltre allo spagnolo insegnarono anche il Padre Nostro e L’Ave Maria. Per Carmelo fu uno shock culturale difficile. Fecero battezzare e diedero la comunione a molte persone in quel periodo.

Quando Carmelo aveva 11 anni vendeva i loro prodotti al mercato come merce di scambio ma ricorda che erano molto discriminati già allora. Gli indigeni venivano cacciati via dalla piazza e dalla città.

A 14 anni Carmelo emigrò in Argentina per lavorare insieme a suo zio durante la stagione per raccogliere la canna di zucchero. In quel periodo ci fu un colpo di stato contro il presidente Juan Domingo Peròn (1955). Carmelo ritornò in Bolivia e non tornò in Argentina fino al 1966 quando aveva 25 anni, che già allora difendeva i diritti nei quartieri popolari del suo paese. Iniziò anche in Argentina a partecipare nella politica ed in progetti di urbanizzazione e abitazioni popolari. il movimento si chiamava “movimento vollero”.

Il 25 marzo dell ‘74, il movimiento villero partecipò a una grande manifestazione nella Piazza di Maggio, che si trasformò in uno scontro nel quale morì Alberto Chejolán, il primo “villero” assassinato durante una manifestazione in un governo democratico, più avanti morì anche Carlos Mugica. 

Quando iniziò la dittatura i dirigenti iniziarono a nascondersi in luoghi diversi, gli ultimi anni della dittatura civico-militare Carmelo gli visse rinchiuso in una casa del suo partito politico, lontano dalla vita della città e dei suoi compagni politici. Anni difficili nei cui sono scomparsi 18 compagni ( tra i desaparecidos).

Tayta durante un seminario

Durante la democrazia Carmelo ritornò a viaggiare a Bolivia e riprese gli studi del Quechua la sua lingua. Da qui iniziò la lotta per rivendicare la cultura ed i diritti dei popoli indigeni. Il ritorno alle sue radici gli ha cambiato la vita. La lingua quechua e la sua cultura, quando si studia inizia ad aprirti la mente. La cultura andina è stata una cultura grandiosa e brillante, dove esistevano gli scienziati , i medici, gli architetti, gli astrologi, i cuochi e gli agricoltori di alimentazione sana. Per non parlare delle festività, le tradizioni , la cosmovisione e i solstizi…tutto rispettando sempre la madre terra ( la pachamama)

Come professore di quechua Carmelo conosciuto come Tayta ( padre), iniziò a partecipare agli incontri di lingue native e straniere. Un giorno che fece un incontro aperto a tutti all’Università Nacional de La Matanza conobbe un professore di lingua guaranì. Insieme elaborarono un progetto di legge per dichiarare come interesse municipiale le lingue native nel partito della Matanza. Il tema era: ” Com’è possibile che in un paese dove esistono lingue native si insegnano solo lingue straniere?” Questo progetto fu approvato e fu lo stesso progetto che aprì le porte alle università argentine.

Il quechua è una lingua nativa parlata da circa 19 milioni di persone in Argentina, Cile, Perù, Bolivia, Colombia ed Ecuador.

Ricorda che quando iniziarono ad insegnare tutto era una lotta perché le lingue native (indigene) non le conosceva nessuno e meno si capiva perché’ venivano insegnate. Ma un po’ alla volta le persone si interessarono. Carmelo crede che sia importante trasmettere le loro conoscenze, perché l’educazione continua ad essere colonizzatrice. Quindi se non si insiste ad insegnare queste lingue prima o poi andranno perse e purtroppo con la lingua anche tutta la sua cultura.

“Un popolo senza cultura non sopravvive”

Oggi Carmelo da corsi di lingua quechua allo UNSAM, con il programma di lingue di Lectura Mundi, alle università nazionali di La Matanza ( Buenos Aires) e altri centri universitari di lingua. Inoltre partecipa a congressi internazionali della lingua quechua, dove fu riconosciuto come presidente d’onore. Al momento ci sono sei università di quechua in Argentina.

Oggi con la lingua Quechua si vuole recuperare l’ identità culturale e si lavora per le persone che vogliono acquisire la conoscenza della cultura andina che è propria della sua gente e del paese e del continente.

Para leer en español hay el siguiente enlace:

Terra guaranì, Misiones

I guaranì in lingua originale chiamati avà sono un gruppo etnico nativo sudamericano che geograficamente erano situati in Paraguay, nord e nordest dell’Argentina, sud e sud est del Brasile e sud est della Bolivia. Parlano le varianti linguistiche della famiglia del tupi-guaranì. Noi siamo andati a conoscerli nella Provincia di Misiones in Argentina.

 

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Vendita del loro artigianato nella comunità indigena

Queste popolazioni sono discendenti di gruppi provenienti dalla foresta tropicale del alto Paranà, alto Uruguay e le frontiere meridionali del altopiano brasiliano. Con la scoperta dei siti archeologici è stato scoperto anche questo gruppo etnico nel 55 d.C.

All’ arrivo degli europei i guaranì occupavano le foresta tra i fiumi del Parana’ , Miranda, Tiete, Uruguay ed i suoi affluenti come anche una grande parte della costa sud del Brasile.

I guaranì si stabilirono nel territorio che attualmente appartiene al Paraguay e all’Argentina. La parola Paraguay paraguá-y proviene dalla loro lingua e significa “ acqua che forma un oceano.” I guarnì si dividevano in diverse tribu dipendendo della zona nella quale vivevano.

Oggi nella Provincia di Misiones in Argentina ci sono 74 comunità in una popolazione totale di 3 mila persone. I guaranì vivono dentro le Riserve della Biosfera di Yabotì. La riserva è un estensione di 6500 ettari di terra, dove coltivano anche i loro alimenti, le loro piante medicinali e i materiali di costruzione.

 

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Le visite turistiche alle comunità aborigeni di Mbororé e Yriapù per esempio rappresentano un esperienza indimenticabile que ci permette di conoscere la loro cultura e l’artigianato da vicino. Si offre anche una camminata e visita guidata nella foresta. Le visite alle comunità aiutano a portare soldi alle comunità direttamente.

In precedenza il cibo dei Guarani includeva la raccolta di molte piante, la principale era il mais. Coltivavano anche manioca, patate dolci, zucca, fagioli, arachidi, ananas e papaia. Anche banane e possibilmente angurie e canna da zucchero. Erano tribù etniche autosostenibili con le proprie radici e culture. Avevano un guaritore del villaggio con le loro credenze.

Attualmente le comunità vivono vicino ma isolate da centri o città. Negli ultimi decenni, le strutture politiche ed economiche hanno gradualmente distrutto le tradizioni che si sono spostate dagli antenati.

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In questo processo la sottrazione della terra ha contribuito  allo sfollamento forzato e alla migrazione interna collettiva. Oggi le comunità occupano solo piccoli spazi di ampie parti di terra. In questo modo le comunità indigene hanno perso i loro spazi etnici, sociali, religiosi, economici e politici. Al momento sono una popolazione in eccedenza perché non si autofinanziano e devono essere “sostenuti” dallo Stato. Sono considerati i più poveri della ricca provincia di Misiones. Una triste realtà che la parte turistica non   mostra, ma in realtà loro sono degli emarginati che il governo non vuole perché non servono. Questo ce lo fa capire il nostro guida con il quale percorriamo la comunità.

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Tierra guarani, Misiones

Los guaraníes o en original llamados avá, son un grupo de pueblos nativos sudamericanos que se ubican geográficamente en Paraguay, noreste y noreste de Argentina , sur y suroeste de Brasil y sureste de Bolivia.
Ellos hablan las variantes lingüísticas de la familia tupi-guaranì.

 

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Estas poblaciones son descendientes de los grupos que habitaban las selvas tropicales situadas en las cuencas del alto Paraná, alto Uruguay y en las fronteras meridionales del altiplano brasileño. Con los descubrimientos de sitios arqueológicos fue descubierto esto grupo etnico 500 d.C.
En la víspera de la llegada de los europeos, los guaraníes ocupaban las amplias selvas comprendidas entre los ríos Paraná, Miranda, Tiete, Uruguay, y sus afluentes, y amplios tramos de la costa sur de Brasil .

Los guaraníes se establecieron en el territorio que actualmente pertenece al Paraguay y Argentina. La palabra Paraguay paraguá-y viene del guaraní que significa en el idioma nativo “agua que forma un océano”. Ellos se dividían en distintas tribus dependiendo de las zonas en las que vivían.

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nina guaraní de la comunidad

Actualmente Misiones en Argentina cuenta con 74 comunidades y una población total de 3 mil personas.  Los guaraníes viven dentro de la Reserva de la Biosfera de Yabotì.
Hoy en día viven dentro de la Reserva de una extensión de 6.500 hectáreas, donde obtienen sus alimentos, plantas medicinales y materiales de construcción.

Las visitas turísticas a las comunidades aborígenes de Mbororé e Yriapú constituyen una experiencia única , que permite conocer su cultura y sus tradiciones. Se ofrece además un paseo en la selva y conocer sus secretos, como la forma de cazar, las plantas, la artesanía y mucho mas. Con estas visitas se ayuda a las comunidades a ganar directamente dinero.

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Antiguamente la alimentación de los guaraníes comprendía la cosecha de un montón de plantas, la principal era el maíz. También cultivaban mandiocas, batatas, zapallos, porotos, maníes, ananás y papayas. También bananas y posiblemente, sandías y cañas de azúcar. Eran tribus etnicas auto-sustentables con propias raíces y culturas. Tenían curandero del pueblo con sus creencias.

Actualmente las comunidades viven cerca pero aisladas de los centros o pueblos. En las últimas décadas las estructuras políticas y económicas fueron gradualmente destruyendo las tradiciones que se trasladaron desde los ancestros. En ese proceso fue ayudó la sustracción de la tierra, lo que provocó los desplazamientos forzosos y las migraciones internas colectivas.

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Cancha de futbol en la comunidad

Hoy día las comunidades solamente ocupan pequeños espacios de grandes partes de tierras. En este modo las comunidades indígenas perdieron sus propios espacios étnicos, sociales, religiosos, económicos y políticos. En la actualidad son población sobrante porque no se autofinancian y deben ser “sostenidos” por el Estado. Se consideran los mas pobres de la rica Provincia de Misiones.

Una triste realidad que la parte turística no nos muestra, pero la realidad es distinta.Ellos son los marginados , lo que el gobierno no quiere porque no sirven. La triste historia de los indigenas en todo el mundo. El guía que nos lleva a visitar la comunidad nos hace entender esta triste situación .

 

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Artesanía, el guia nos enseña como usarla

 

Cascate dell’ Iguazù e Parque Nacional Iguazù

Le famose cascate, Cataratas del Iguazú  si trovano all’interno del Parco Nazionale Iguazù, un area protetta e riserva naturale di 67.720 ettari situati al nord della regione argentina di Missiones. Una vera e propria meraviglia del mondo!

Un totale di 275 cascare di acqua all’interno della foresta paranese situati a 17 km della dallo sboccio  del Rio Iguazu e del Rio Paranà, il punto dove si trova anche le frontiere tra Argentina, Brasile e Paraguay. Queste meraviglie appartenenti al Patrimonio naturale dell’umanità  sono il risultato di un eruzione vulcanica.

 

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Le Cascate sono larghe 2,7 km.  La loro altezza va dai 60 m ai 82m e la quantità di acqua uscente è in media di 1.800 m³/s.

Ci godiamo lo spettacolo da due sentieri, quello inferiore per vedere le cascate da sotto e da quello superiore per vederle da sopra. Una camminata di tre o quattro ore circa. Si può prendere anche un treno ecologico che porta fino alla famosa gola , Garganta del diablo.

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Una grande quantità d’acqua di queste cascate cade nella Gola del diavolo la Garganta del Diablo- questo abisso a forma “U “ha un altezza di  82m,  una larghezza di 150m e  una lunghezza di  700 m.

 

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Due terzi  di queste cascate  Cataratas del Iguazú si trova sul lato argentino. Ma si possono visitare anche dal lato brasiliano e da quello del Paraguay.
Le cascate hanno fatto da scenario a molti film famosi come ” Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull”, “Miami Vice”  e molti altri. Rappresentano uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita!

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Ma in questo splendido parco in mezzo alla foresta non ci sono solo le cascate da visitare, benché molta flora e fauna spettacolare. Per esempio nella riserva Guiraoga un rifugio per animali selvatici osserviamo caminando in mezzo alla foresta gli animali che vengono tenuti lì per essere curati,  protetti e poi mandati in libertà di nuovo. Un modo per proteggerli e riscattarli da molti pericoli che corrono e salvarli dall’estinzione.

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Riserva Guiraoga, rifugio per animali selvatici

 

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Tucani/ Tucanes, uno spettacoli di colori/ espectaculo de colores Reserva Guiraoga

Da visitare sicuramente è anche il Biocentro di Iguazù con rettili, coccodrilli e insetti, colibrì ect.

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Il perico del nostro campeggio, perico de nuestro camping

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Farfalle del Biocentro, mariposas del Biocentro

Cataratas de Iguazù y Parque Nacional Iguazù

 

Las famosas  Cataratas de Iguazú  se encuentran en el Parque Nacional iguazù una área protegida y reserva natural de 67.720 hectarias ubicadas en el norte de la region argentina de Misiones. Una verdadera maravilla del mundo!

Un total de 275 saltos de agua dentro de la Selva Paranaense , ubicados a 17 kilómetros de la desembocadura del Río Iguazú en las aguas del Río Paraná, donde se encuentran las fronteras de Argentina, Brasil y Paraguay. Estas maravillas partenecen al Patrimonio Natural de l Humanidad y son de origen volcanica.

 

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Las Cataratas tienen un ancho de 2.7 kilómetros y su altura varía entre los 60 metros y 82 metros, mientras su caudal de agua promedio es de 1.800 m³/s.

Una gran parte del agua de las Cataratas cae en la Garganta del Diablo, un enorme y impresionante abismo en forma de “U”  que tiene un altura de 82m, mide 150 metros de ancho y 700 metros de largo.

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Arcoiris en las cataratas, arcobaleno nelle cascate

Dos tercios de estos saltos se encuentran en el lado argentino. Pero se pueden visitar también en la parte brasileña y de Paraguay.

Las cataratas han sido un escenario para peliculas famosas como ” Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull”, “Miami Vice”  y estas son solamente algunas.

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Es un placer caminar en este parque natural observando las cataratas desde los dos senderos, de arriba y de abajo. El sendero superior y el sendero inferior, mas o menos cuatro horas de caminata . Se toma también un tren ecológico que lleva hasta la garganta del diablo para ver este espectáculo desde cerca.

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En Iguazù no hay solo las cataratas sino una flora y fauna impresionante para conocer. La reserva y refugio de animales selvajes Guiraoga ofrece un paeso didáctico muy lindo para conocer sobre los animales que están en peligro de extinción . Aquí se rescatan, recuperan y se liberan de nuevo en la fauna silvestre  misionera.

El Biocentro Iguazù con sus reptiles, cocodrilos, colibirs y mariposario vale tambien la pena visitar.

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Mariposario del Biocentro Iguazù, Farfalle nel Biocentro Iguazù

 

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Flora del Biocentro

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conoscendo i coati, haciendo amistad con los coatis de las cataratas

 

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Attenzione i coati rubano il cibo/Ojo con los coatis que roban comida

 

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los monos de la selva, le scimmie della foresta en las Cataratas

 

 

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Garganta del diablo

 

Per viaggiare in maniera responsabile e se vi interessano altri luoghi con splendide cascate date un’occhiata a questa pagina:

Le 10 cascare più spettacolari del mondo

 

Para viajar en manera ecológica y se te interesan mas lugares con cascadas espectaculares en el mundo mira la siguiente pagina:

Las cascadas mas espectaculares de Italia y no se llaman Niagara

La Cosmovisone andina e decolonizzazione

Con grande onore Tayta boliviano che vive in Argentina ci racconta della decolonizzazione che è in azione da parte degli indigeni andini per recuperare la loro cultura e le loro tradizioni in parte perse dai tempi della colonizzazione spagnola. Una triste storia che ha vissuto il genocidio più grande della storia umana e di cui si parla appena nei libri di storia.

 

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Tayta che si riposa

Ai tempi della conquista spagnola il grande potente impero degli Inca si estese nelle regioni della Ande centrali che comprende parte del Perù, Ecuador, Cile settentrionale e Bolivia.

Il nome dell’impero dato dagli indigeni era Tahuantinsuyu, il “Regno dei quatto Cantoni” che era così esteso da sembrare ad abbracciare i confini del mondo. I Signori e capi erano gli Inca, grandi e violenti guerrieri che avevano unificato una vasta regione. La tradizione vuole che ci furono tredici imperatori il primo fu Manco Capac e l’ultimo fu Atahualpa che fece uccidere Pizarro nel 1533. Intorno agli imperatori ci sono tantissime leggende. I primi otto imperatori degli Incas sembra che limitassero il loro dominio intorno alle zone di Cuzco. Dopo la loro vittoria contro il popolo dei Chanca, sugli altipiani a nord-ovest, l’impero si estese per un’area di oltre 4000 chilometri.

L’uomo preincaico ed incaico del Perù viveva insieme alla natura che considerava sacra e piena di energie spirituali. L’andino non era dominatore al centro dell’universo ma si sentiva e si sente ancora oggi come parte di un Tutto vivente, cioè ogni cosa, le piante, gli animali, le montagne, le sorgenti, il mare e gli astri partecipavano alla stessa circolazione di essenza divina. Le energie erano e sono invisibili e nel mondo materiale si manifestano come forze, mentre nel mondo spirituale sono potenze e vibrazioni. Quindi anche la materia è energia. Il sentiero andino -Kausay puri insegnavano a muoversi e a camminare in questo cosmo vivente pieno di energie , il kausay-pacha. Kausay significa vita e pacha è terra.

Questo splendido mondo andino è pieno di misteri e bellezze da cui noi occidentali possiamo imparare ed è proprio questa l’idea della decolonizzazione di Tayta. Una lotta un grido per farsi sentire e cercare di salvare ciò che è ancora salvabile. Svegliare le coscienze delle persone e del mondo, a favore della PACHAMAMA che è in grave pericolo.

 

intorno al fuoco

Tayta ci spiega che la cosmovisione è un guardare allo spazio , vedere le comete, le stelle anche il condor o l’anaconda perché tutto si trova nello spazio. Il condor è sacro nella cultura andina, come altri animali, il Puma (otorongo nella giungla), l’anaconda (serpente), la ballena, colibrì. Ogni animale rappresenta uno dei quattro elementi della terra.
Gli andini dipendevano dagli animali per lavorare e attraversare luoghi pericolosi. Gli animali sono messaggeri in ogni movimento loro c’è un messaggio anche per noi per esempio, la direzione di una volpe che attraversa la strada, il canto di un uccello ecc.
Quando arrivarono gli europei cambiarono tutto, si creò la confusione in modo volontario per confondere le persone. Un esempio è l’orologio, che dovrebbe girare in senso antiorario secondo gli indigeni, il temporale ed il vento girano così.
La legge Romana introdusse il diritto di proprietà e la chiesa infondeva paura, sottometteva con l’idea di un Dio nell’Universo, mentre la credenza andina dice che ogni cosa ha uno spirito. Così si sono diffuse la miseria, la paura e i vizi tra i popoli andini.

La Profezia degli andini ha dato speranza di aspettare con pazienza ….si diceva che ogni cosa si sarebbe rivolta contro ai colonizzatori. La foglia di coca è altamente medicinale nella cultura andina, ma gli europei non hanno saputo usarla, infatti hanno prodotto la cocaina che sta uccidendo molte persone. La stessa cosa vale per le piante come la marihuana o il tabacco.

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Lettura dele foglie di coca

L’alimentazione è un altro esempio di come sia stata distorsionata dagli europei ed è la causa di molte malattie e altro. Tayta parla dell’importanza di alimentarsi in modo corretto e sano soprattutto dai 7 ai 14 anni, quando si definisce il sesso delle persone. Ci sono infatti alimenti più adatti ai maschi ed altri alle femmine. Prima nella cultura andina non esistevano tanti omosessuali perché l’alimentazione era più naturale ed adatta ai sessi, cioè che aiutava a rinforzarli.

Inoltre gli andini sanno conservare gli alimenti in modo naturale ,  secando frutta e verdura o con la idratazione. Basterebbe anche oggi conservare i cibi in modo corretto per potersi alimentare bene, e rispettare così anche l’ambiente senza inquinare. Rispettare anche la coltivazione degli alimenti secondo il luogo geografico è un fattore importante. Inoltre bisogna prendere coscienza della Pachamama e mantenerla sana per poterci vivere bene. Bisogna svegliare la coscienza del pianeta ed i loro abitanti!

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specialità andina cucinata sul fuoco e purificata con le pietre

 

La dualità nella cultura andina: le pietre sono maschi e femmina, le piante, l’acqua ( il fiume è maschio). Le pietre maschio si usano per curare, non è facile riconoscerle. Esistono anche elementi neutri, per esempio alimenti che si possono mangiare dopo che si è definito il sesso della persona.

Perché il Condor è sacro per gli andini? Tayta ci spiega che rappresenta l’ave pacifica, pulisce la natura che deve svegliarsi e il risveglio dell’umanità avrà luogo in Centro America. L’aquila invece rappresenta il rapace che ruba come gli Stati Uniti, Messico ed i Paesi colonizzatori.

Tayta lavora anche in un progetto per la protezione dei condor. Questi  sono seguiti e tutelati in una riserva finché vengono liberati perché possono sopravvivere da soli. La liberazione dei condor ha luogo nel deserto argentino con una ceremonia dove spesso accadono cose incredibili. I condor stanno morendo a causa dei veleni ed il glifosato spruzzato nei campi, soprattutto in Argentina ma non solo purtroppo. Tayta ed i suoi collaboratori lottano contro l’estinzione dei condor e della Pachamama.

 

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Foto tratta dal recupero dei condor in Argentina

 

I saluti in quechua

AMA QHELLA. AMA LLULLA Y AMA SUWA.

Non essere pigro (di mattina), non mentire (saluto di pomeriggio), non rubare (di sera)

 

La cosmosviòn andina y la descolonizaciòn

Tayta boliviano que vive en Argentina nos cuenta de la descolonización que empezó por parte de los indigenas andinos para recuperar la propia cultura e las tradiciones perdidas desde los tiempos de la colonización española. Una triste historia que vivió el geneocidio mas grande de la historia humana y sobre que no se habla bastante ni en los libros de historia.

 

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En los tiempos de la conquista española el gran imperio inca se extiende en la regiones de los Andes centrales que comprende parte de Perù, Ecuador, Chile del norte y Bolivia. 

El imperio se llamaba Tahuantinsuyu,” El reino de los cuatro cantones”, era tan grande que parecia abrazar las fronteras del mundo. Los dueños de estas tierras eran los Incas, terribles y fuertes guerreros . Existían en total 13 emperadores, el primero fue Manco Capac y el ultimo fue Atahualpa que hizo matar a Pizarro en el 1533. Hay muchas leyendas que cuentas de ellos. Los primeros ocho emperadores de los Incas parece que reinaban solo alrededor de Cuzco. Después de la victoria contra el pueblo Chanca el imperio gana 4000 km más.

El hombre preincaico e incaico de Perù vivìa junto con la naturaleza que era sagrada para él y llena de energias espirituales. El andino no era dominador al centro del universo pero se sentia y todavía se siente parte de un universo viviente.

Todo tiene vida: los animales, las piedras, las montanias, el mar y los astros participaban a la misma circulacion de la esencia divina. Las energias son invisibles y en el mundo materias se manifiestan como fuerzas, mientras en el mundo espiritual son potencias y vibraciones. La materia también es una energía. El sendero andino Kausay puro enseñaba a moverse y a caminas en este cosmo vivente lleno de energia el kausay-pacha. Kausay es vida y pacha es tierra.

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Este mundo andino maravilloso esta lleno de misterios y bellezas que nosotros del mundo occidental tenemos que aprender y esa es la idea de la desconolizacion de Tayta. Una lucha para hacerse escuchar para poder salvar lo que todavía se puede salvar. Despertar las personas y el mundo, a favor de la Pachamama que esta en peligro.

Tayta nos explica que la cosmovision es un mirar al espacio, ver las cometas, las estrellas, al condor o a la anaconda porque todos se encuentra en el espacio. El cóndor es sagrado en la cultura andina, como otros animales, el puma (otorongo en la selva), la ballena, el colibrì. Cada animal representa uno de los cuatros elementos de la tierra.

Los andinos dependían de los animales para trabajar y cruzar lugares peligrosos. Los animales son mensajeros en cada movimiento ellos nos dan mensajes como por ejemplo. la dirección de un zorro que cruza la calle, el canto de un pájaro ect.

Con la llegada de los europeos cambió todo, se creò la confusión voluntariamente. Un ejemplo es el reloj, debería girar en el sentido anti-horario según los andinos, el temporal y el viento giran así.

La Ley Romana introdujo el derecho de propiedad y la iglesia instilaba miedo. Se someta con la idea de un Dios en el Universo, mientras el andino dice que cada cosa  tiene un espíritu. De esta manera empezó haber  miseria, miedo y empezaron los hombres indigenas con los vicios.

La Profecía andina  dio esperanza para esperar con paciencia …iba haber un castigo para el colonizador. Y así es: la hoja de coca es medicinal en la cultura andina, pero los europeos no supieron usarla, se produce cocaina que los mata. Lo mismo pasa con otras plantas medicinales como la marihuana y el tabaco.

La alimentación es otro ejemplo que causa enfermedades y muertes. Tayta habla de la importancia de alimentarse en manera correcta y sana, sobretodo desde los 7 hasta los 14 años de edad cuando se define el sexo de las personas. Hay alimentos mas adecuados para varones y otros para mujeres. Antiguamente en los Andes no existían los homosexuales porque la alimentación era más natural y adecuada para ambos sexos, eso ayudaba a fortalecerlos.

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la comida andina purificada con las piedras

Los indigenas saben conservar los alimentos  en forma natural, secando fruta y verdura o con hidratación. De esta manera es mas sana y no contamina el ambiente. Utilizar y crecer alimentos según el lugar geográfico en que se vive es importante. Hay que tomar conciencia de la Pachamama y mantenerla sana para poder vivir bien junto a ella.

 La dualidad en la cultura andina existe en todo: las piedras son masculino y femenino, las plantas, el agua  (el rio es masculino). Las piedras masculinas son para curar, no es fácil reconocerlas. Existen también alimentos neutrales, por ejemplo alimentos que se pueden comer después de que se haya definido el sexo de la personas.

Porqué el Condor es sagrado para los indigenas andinos?

Según las palabras  de Tayta el cóndor representa el ave pacifico, limpia la naturaleza que tiene que despertar a la humanidad , y eso pasará en Centroamérica. El águila en cambio representa el rapaz que roba como Estados Unidos , Méjico y otros países colonizadores.

Tayta trabaja también en un proyecto para la protección del cóndor. El cóndor se cuida en una reserva hasta que sea fuera de peligro y se pueda liberar. La liberación del cóndor tiene lugar en el desierto argentino con una ceremonia donde pasan cosas increíbles. Estos aves están muriendo por el glifosato en los campos argentinos y otros países suramericanos. Tanta y sus  compañeros luchan contra la extinción del cóndor y de la Pachamama.

Los saludos en quechua

AMA QHELLA. AMA LLULLA Y AMA SUWA.

No seas flojo (de maniana), no mentir (de tarde), no robar (de noche)

 

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Il gaucho del cono sud

Questa volta percorriamo la campagna all’interno dell’Uruguay per scoprire il mondo magico dei gauchos e degli animali che vivono liberi nel campo. L’Uruguay visto con occhi diversi immergendoci nel cuore di questo paese del cosiddetto cono sud.

 

I gaucho -pl. gauchos in spagnolo, li troviamo in Argentina, nel dipartimento boliviano di Tarija, nel sud del Brasile, in Paraguay, in Uruguay e in Cile.

Si potrebbe dire che il gaucho è nato nella Pampa orientale attorno al XVIII secolo. Il termine probabilmente deriva dall’arabo, “uomo a cavallo”, o anche dal quechua huacho (pronuncia: huaccio) che significa “senza madre“.
Costui viene descritto come un “selvaggio bianco che vive lontano dalla società“, un “nomade a cavallo” e rappresenta un’importante figura nella storia delle pampas sudamericane. (Wikipedia)

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Oggi giorno troviamo ancora  gauchos in Uruguay all’interno del paese in campagna oppure nelle feste tipiche creole dove si esibiscono come per esempio nella famosa Expo Prado di Montevideo.

I Gauchos si poterebbero anche paragonare ai  cow boy nord americani e la loro caratteristica è la loro abilità nel cavalcare i  cavalli creoli e anche dall’uso delle bolas. Queste sono palline di pietra che arrotolate dei lacci di cuoio vengono fatte roteare sopra la testa e poi lanciate vengono arrotolate attorno alle gambe della preda. Questa usanza è tramandata di padre in figlio tra i gauchos e ha origini risalenti a migliaia di anni fa.

 

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Questi ragazzi, molti anche giovani lavorano tutto il giorno in campagna circondati da natura ed animali, sono da ammirare e non sono così insoliti in questa zona di Rocha (dipartimento del Uruguay) per esempio. Strada facendo verso la Laguna di Rocha troviamo anche tre bambini dai circa 7-11 anni che cavalcano in modo spettacolare vicino alla nostra macchina…decidono di fare le gare con noi…a chi arriva prima! Ridono e si divertono guardandoci con uno sguardo di sfida… noi accettiamo la sfida. Bambini scalzi a cavallo….come molti anni fa nella nostra bella Italia. Che felicità ci trasmette pure a noi….

Questi bambini sono un esempio che un mondo semplice e naturale esiste ancora.

Forse erano figli dei gauchos che giocavano sulla stradina sterrata nel campo. Intorno ancora cavalli e più avanti mucche, tutti liberi senza stalle, vengono allevate così liberi e felici. Vengono radunati solamente in caso di forti temporali.

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El gaucho de Sudamerica

Esta vez recorremos el campo del interior de Uruguay  para descubrir el mundo magico de los gauchos y de los animales que viven libres en el campo. El Uruguay visto con ojos distintos, entrando en el corazón de este país ubicado en el cono sur.

Los Gaucho se encuentran en  Argentina, en el departamento boliviano de Tarija, en el sur de Brasile, en Paraguay, en Uruguay y en  Chile.

Se podría decir que el gaucho nació en la pampa oriental en el siglo XVIII. El nombre  gaucho podría  derivar desde el arabe que significa “hombre a caballo” o también desde el quechua huacho que significa  “sin madre”.

El gaucho es descrito como “hombre blanco que vive lejos de la sociedad”, “un nómade en caballo” que representa un importante figura en la historia de las pampas sudamericanas.

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Hoy dia encontramos todavia los gauchos en Uruguay en el interior del pais, sobretodo en el campo o en las fiestas criollas donde tienen espectáculos en caballo como en la famosa Expo Prado de Montevideo.

Los gauchos se pueden comparar a los vaqueros americanos  que ademas saben cabalgar muy bien los caballos criollos y usar las bolas. Las bolas son piedras que están atados con lazos de cuero y se rodean sobre la cabeza para lanzar en las piernas de las presas. Es una costumbre  y tradición muy antigua que se transmite de padre a hijo.

 

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Estos chicos, son también jóvenes que trabajan todo el día en el campo rodeados por naturaleza y animales. Aquí en el interior de Rocha hemos encontrado unos cuantos. Por la carretera que lleva a la Laguna de Rocha vemos también te niños entre 7-11 años que cabalgan como profesionales y nos retan con una carrera…nosotros en auto y ellos en caballo. Una mirada de desafío y mucha risa …niños descalzos que parecen haber nacido arriba de estos animales….corren felices!

Estos niños son un ejemplo que un mundo sencillo y natural todavía existe. 

Imaginamos que fuesen hijos de los gauchos que paseaban por la calle sin asfalto en el campo. Alrededor solo caballos y vacas, todas libres, que se crían felices en libertad. los gauchos los juntan solo en caso de fuerte tormenta.

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Lunfardo e tango

Lunfardo…sicuramente molti non hanno mai sentito questa parola, cosa significa e da dove viene?

Il lunfardo è un gergo spagnolo che viene utilizzato nelle città sudamericane di Buenos Aires e Montevideo. Detta colloquialmente anche “lunfa”, il suo uso è frequente soprattutto nelle canzoni di ballo tipico come il tango.

Il lunfardo non proviene dalle carceri come sono molti a credere, bensì da un personaggio tipico di Buenos Aires che viveva tra il 1800 ed il 1900, il “compadrito”, un donnaiolo, seduttore arrogante che usava il vocabolario degli immigranti, soprattutto italiani, per arricchire la propria parlata. Il lunfardo si utilizzava allora e si continua a utilizzare in un settore sociale determinato.

Nel lunfardo è molto frequente anche invertire l’ordine delle sillabe di una sola parola, che si chiama “vesre”, cioè l’inverso di “revès”, “il contrario” in spagnolo. Nei termini del tango per esempio troviamo “gotàn”, “amigo” è “gomìa”. Ma ce ne sono molti altri…

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Immigrati italiani arrivati in Uruguay e Argentina a fine del 19 secolo

Il lunfardo che origini ha? Ci si chiede se abbia origini lombarde oppure genovesi. Secondo alcune ricerche la parola dovrebbe derivare dalla parola lombardo. Questo non è riferito tanto alla regione della Lombardia ma più al fatto che il termine “lombard” (nei dizionari spagnoli e francesi del’800) significava ladri o usurai. I lombardi a quei tempi erano prestatori di denaro, richiedevano interessi molto alti e si dedicavano a attività finanziarie in generale.

Il lessico del lunfardo proviene in parte dalle lingue europee che hanno influenzato lo spagnolo in Argentina e in Uruguay. L’italiano ed i suoi dialetti di tutti gli immigranti della penisola (pidgin italo-spagnolo) ed inizialmente anche la lingua francese, poi anche l’inglese, il portoghese, il gallego e alcune lingue indigene come il guaranì e il quechua.

I genovesi hanno avuto un influenza rilevante nel lunfardo, questi si concentravano nel porto de La Boca (quartiere argentino). Alla fine del 19 esimo secolo gli abitanti di questo quartiere parlavano il genovese. Alcuni bambini nati in Argentina in quei tempi addirittura lo spagnolo lo parlavano come seconda lingua o lo ignoravano.

Concept - two butterflies with Italian and Croatian flags flying
Moltissime parole del lunfardo oggi hanno cambiato forma o significato rispetto alla lingua originale. Tante parole sono parole provenienti dal castellano, che in Spagna sono considerate parole “arcaiche” ed in disuso oppure che sono cambiate a livello semantico.
Il tango, inventato da Carlos Gardel, rappresenta le espressioni più alte di questa cultura. Questo famoso ballo lanciato in Argentina fu composto dai discendenti degli immigranti in varie forme, e ne derivano sfumature linguistiche diverse, dal linguaggio popolare al lunfardo a quello colto. Si conobbe il tango “colto” dei saloni ed il tango “con cattiva fama” che si convertì in leggenda nera, cioè divenne la musica dei malviventi i “compadritos”. Troviamo anche poesie e versi in prosa e balli con coreografie diverse.

 

Parole interessanti e molto usate provenienti dagli immigrati:

laburo, lavoro dai dialetti italiani
pibe, ragazzo e apprendista dal genovese
capo, jefe in spagnolo
chau, dall’italiano ciao

Alcuni link per sapere di più sulle parole:

https://es.wiktionary.org/wiki/Apéndice:Glosario_del_lunfardo
http://inciclopedia.wikia.com/wiki/Anexo:Palabras_del_LunfardoLunfar

 

El lunfardo y el tango

?No todos sabrá el significado de esta palabra y de donde viene? Vamos a descubrirlo…

El lunfardo es una jerga española  en uso en las ciudades sudamericanas como Buenos Aires y Montevideo. Llamada también “lunfa”, se utiliza sobretodo en canciones de baile típico como el tango.

El lunfardo no nace en la càrcel como muchos suelen pensar, sino viene desde un personaje típico de Buenos Aires que vivía entre 1800 y 1900, llamado “compadrito”, un mujeriego, seductor arrogante que hablaba como los inmigrantes , sobretodo los italianos, para enriquecer su vocabulario. El lunfardo se hablaba entonces y  sigue siendo utilizado en un sector social determinado. Es muy frecuente invertir el orden de las sílabas de una sola palabra, que se llama “vesre”, o sea el revés de “revés” en español. En el tango por ejemplo encontramos las palabras “gotàn”, “amigo” es “gomìa”. Pero hay muchas palabras más…

?Que origen tiene el lunfardo?

Se piensa que tiene orígenes de la règion italiana Lombardia o de Genova. Según unos estudios la palabra tendría que venir de la palabra “lombardo”. Pero eso no se refiere a la règion italiana sino al hecho que la palabra “lombard”(en los diccionarios españoles y franceses del ‘800) significaba ladrones o “usureros”. Los lombardos en estos tiempos prestaban dinero y pedían intereses muy altos y se dedicaban a actividades financieras en general.

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 imagen gauchos  desde country-data.com

El léxico del lunfardo proviene en parte de los idiomas europeos que han influenciado el español en Argentina y en Uruguay. El italiano y sus dialectos de todos los inmigrantes de la península (pidgin italo-español) y en principio también el francés, después el inglés, el portugués, el gallego y algunos idiomas indigenas como el guaranì y el quechua.

Los genoveses tuvieron un influencia muy importante en el lunfardo, y se encontraban sobretodo en el puerto de La Boca en Argentina. Al final del siglo 19 los habitantes de este barrio hablaban el genovés. Algunos niños nacidos en Argentina en estos tiempos no hablaban español o solo como segundo idioma.

Hoy muchísimas palabras del lunfardo han cambiado forma o significado desde sus orígenes. Muchas palabras son palabras que derivan desde el castellano y que en España son hoy palabras antiguas que no se usan o que han cambiado a nivel semántico.

 

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tango desde elcofredemedusa.blogspot

 

El tango inventado por el cantante de origen francés Carlos Gardel representa las expresiones más altas de esta cultura. El famoso baile que nació en Argentina fue compuesto por inmigrantes en varias formas, y nacen niveles lingüísticos diferentes, desde el lenguaje popular al lunfardo hasta al lenguaje culto. Se conocía el tango “culto”de los salones de familia y el tango “con mala fama” que se convertìo en leyenda negra y se volvió la música de los delincuentes los “compadritos”. Existen también poesías y versos en prosa y bailes con coreografías distintas.

Palabras interesantes y usadas que provienen de los inmigrantes italianos:

laburo, lavoro en italiano, trabajo
pibe, ragazzo en genovès – muchacho
capo, jefe
chau, desde el italiano ciao

 

Candombe Uruguayo

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Il candombe è una manifestazione di origine africana e che acquisisce più significato nella cultura uruguaiana negli ultimi duecento anni, dopo che l’UNESCO l’ha riconosciuto come Patrimonio dell’umanità. Tale manifestazione culturale prende le sue origini in Sudamerica con l’arrivo degli schiavi africani. In Argentina ed in Brasile esistono anche alcune manifestazioni proprie di candombe.

Il candombe uruguaiano attualmente si suona con tre tamburi chiamati: chico, repique e piano e si fonde con altri strumenti come il piano, la chitarra o altri. Il candombe nasce nell’epoca coloniale dagli schiavi africani che arrivarono al porto di Montevideo che allora era il principale centro commerciale per il commercio di schiavi insieme a Cuba. Così si trasformò anche nel più grande mezzo di comunicazione, danza e religione. La parola Candombe appare per la prima volta scritta grazie allo scrittore Isidoro de Maria (1808-1829)

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La origine del candombe risale al 18esimo secolo nel Virreinato del Rìo de la Plata (ciò che oggi è Argentina e Uruguay) con i suoi tamburi e la gente tipica. Il candombe nasce in Angola ed arrivò con gli schiavi africani venduti soprattutto a commercianti portoghesi in Sudamerica nel 17 esimo e 18 esimo secolo. Contiene elementi della religione bantú e di quella cattolica. Coloro che colonizzarono il Brasile (zona di Salvador de Bahia), Cuba e di Rio de la Plata con le capitali di Buenos Aires e Montevideo sono i portatori della stessa cultura. Dietro ad ogni religione ci sono storie diverse e abbigliamenti diversi per i festeggiare i giorni festivi della cultura e della religione.

I neri africani si mescolano con la cultura comune di ogni paese. Il candombe si convertì in un emblema che rappresenta le persone di colore, grazie ad alcune famiglie e gruppi che hanno rafforzato l’ambiente del candombe.

Il Tango, la Milonga e il Candombe sono parte della stessa radice africana ma con evoluzioni diverse.

Oggi il candombe in Uruguay è la parte più importante del Carnevale. Ballerine e tamburi si preparano tutto l’anno per questo evento, sfilano per le strade dei paesi e delle città prima di sfilare nel carnevale uruguaiano!

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El candombe es una manifestación cultural de origen negro – africano y que tiene mas significado en la cultura uruguaya en los últimos doscientos años, porque fue reconocido por la Unesco como Patrimonio de la Humanidad. La
manifestación cultural tiene su origen con la llegada de los esclavos de África. En Argentina y Brasil existen en menor medida manifestaciones propias de candombe.

El candombe uruguayo actualmente se toca con tres tambores: chico, repique y piano y se fusiona con piano, guitarra, y otros instrumentos.
El candombe nace en la época colonial por los africanos esclavos que llegaban en el puerto de Montevideo que era el principal centro comercial de trata de esclavos junto a Cuba, y se transformó como el mayor medio de comunicación, danza y religión. Por primera vez la palabra aparece escrita por el escritor Isidoro de Marìa (1808-1829).

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La origen remonta al siglo 18 en el Virreinato del Rìo de la Plata (lo que hoy es Argentina y Uruguay) con tamboril y gente típica. El candombe viene de la actual Angola y llegó desde ahí a Sudamérica en los siglos 17 y 18 por los esclavos vendidos en algunos países de Africa por tratantes principalmente portugueses. El candombe tiene elementos de la religión bantú y la católica. Lo que colonizaron Brasil (la zona de Salvador de Bahìa), Cuba y el Rìo de la Plata con Buenos Aires y Montevideo son portadores de la misma cultura. Detrás de cada región hay historias distintas y la vestimenta se utilizaba en días de fiesta para conmemorar los días religiosos de la cultura.

Los negros se mezclaron con la cultura común de los países. El candombe se convertiò en emblema que representa la negritud, gracias a algunas familias y grupos que se fortalecieron en torno al candombe.

El Tango, la Milonga y el Candombe forman un tríptico musical proveniente de la misma raíz africana con evoluciones distintas.

Hoy el Candombe en Uruguay es la parte más importante del Carnaval. Bailarines y tambores se preparan todo el año para el evento …desfilando por las calles de pueblos y ciudades antes de desfilar en el Carnaval uruguayo!

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Tormenta de Santa Rosa

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Verso la fine di agosto di ogni anno in Uruguay e alcune parti dell’Argentina si aspetta il temporale di Santa Rosa, chiamata “Tormenta de Santa Rosa” che è considerato uno dei temporali più violenti dell’America latina. Molto tempo prima era considerato miracoloso e ha una storia molto antica. Tutti gli anni a fine agosto un forte temporale colpisce l’Uruguay e alcune parti del Sudamerica. Ma come è nato e da dove viene il suo nome? E’ mito o leggenda?

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Foto: il cielo si sta preparando per la grande tormenta

Il mito è nato nel 1615 in Perù. La leggenda racconta che in agosto del 1615 a Lima la chiesa diede l’ordine alla popolazione di pregare in tutti i monasteri della regione contro l’invasione dei pirati olandesi. Mentre i frati dominicani si erano già messi a lottare contro gli nemici una donna soprannominata Rosa pregò tanto da provocare una forte pioggia che impedì agli invasori di entrare nella terra americana e la Chiesa di Lima si salvò grazie a questa donna. Ciò che parve strano alla gente era il fatto che in quella zona in quell’epoca dell’anno non pioveva mai. E quindi si attribuì il merito della forte pioggia a questa donna chiamata in seguito “Santa Rosa”. La donna dei miracoli nacque il 30 di aprile 1586 con il nome di Isabel Flores de Oliva, il suo soprannome dato dalla mamma era Rosa e la religione la fece santa come Rosa di Santa Maria di Lima e la convertì in patrona della Chiesa Cattolica dell’America latina e delle Filippine. Così ogni 30 di agosto nella regione del Rio de la Plata si ricorda la donna dei miracoli e la sua immagine appare sempre con il forte temporale chiamato “tormenta de Santa Rosa”.

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Foto: la devastante forza del temporale Santa Rosa

La spiegazione scientifica invece è la seguente: dal punto di vista metereologico questo temporale è solo la conseguenza della fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. L’aria calda tropicale piena di umidità si scontra con l’aria fredda che viene dal polo e causa questo temporale in Sudamerica.

Molto spesso prima o poco dopo il 30 di agosto si registrano temporali elettrici, piogge e venti forti al centro dell’Argentina ed in Uruguay. Ma non sono sempre così regolari come si pensa.

Tormenta o temporal de Santa Rosa

A finales de agosto de cada año en Uruguay es costumbre esperar por la tormenta de Santa Rosa. El temporal o la tormenta de Santa Rosa es uno de los temporales mas violentos del Suramérica ….antes fue considerado milagroso y tiene una historia antigua. Todos los años a finales de agosto un fuerte temporal llega a Uruguay y a otras partes de Suramérica. Pero como nació y de donde viene el nombre? Es mito o leyenda?

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Foto: la fuerza devastante del temporal de Santa Rosa

El mito nació en el 1615 en Perù. La leyenda cuenta que en agosto 1615 en Lima la iglesia ordenò a los habitantes de elevar rezos al cielo en todos los monasterios de la regiòn para frenar la invasión de piratas holandeses. Mientras los frailes dominicos se levantaban en armas para luchar contra el ataque de los enemigos y una mujer llamada Rosa comenzó a orar tanto que provocò una lluvia torrencial que no dejo pasar a los invasores en esta tierra y la Iglesia de Lima se salvò gracias a ella. Lo que llamó la atención a la gente fue que en esa zona normalmente no llovía en esta época del año y por eso se agradecida a la fe de “Santa Rosa”. La mujer del milagro nació el 30 de abril 1586 con el nombre de Isabel Flores de Oliva, su apodo fue Rosa y la religión la santificò como Rosa de Santa Marìa de Lima y la convirtió en patrona de la iglesia Católica de Hispanoamérica y Filipinas. Así cada 30 de agosto en la regiòn del Rìo de la Plata se recuerda a la mujer del milagro y su imagen aparece siempre con los fuertes temporales que se llama “tormenta de Santa Rosa”.

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La explicación scientifica: Meteorológicamente hablando la tormenta no es más que una consecuencia de a retirada del invierno y el comienzo de la primavera. La masa de aire caliente cargada de humedad (subtropical) choca con la masa de aire frío de origen polar y da origen a la tormenta en Suramérica.

A menudo unos días antes o después del 30 de agosto de cada año llegan tormentas eléctricas, lluvia y fuertes vientos, en el centro de Argentina y en algunas partes de Uruguay. Aunque no sean tan regulares como se puede pensar.

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Primo viaggio in Argentina

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Non si può spiegare a parole tanta bellezza racchiusa in un paesaggio argentino così naturale. La Reserva de la  Capilla del Señor  si trova a 77 km da Buenos Aires, appartiene alla provincia di Buenos Aires. Una riserva naturale con una struttura che rispetta l’ambiente circostante …ispira pace e tranquillità. Il lago con i suoi animali tra cui rane, uccelli e Lama che si fanno il bagno …di notte si trasforma in un luogo magico con concerti e suoni diversi e qui si trovano anche le lucciole che illuminano la notte come delle stelle terrene!

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Primer viaje para Argentina

No se puede explicar tanta belleza de un paisaje argentino tan lindo y natural. La Reserva de la  Capilla del Señor se encuentra a 77 km de Buenos Aires y apartenece a la provincia de Buenos Aires. Una reserva natural con una

estructura que respeta el ambiente natural alrededor. Aquì el hombre encuentra tranquilidad y paz…. El lago con sus animales ranas, pàjaros y llamas que se bañan en èl …es un  lugar que de noche se transforma  en un lugar màgico con conciertos y sonidos de animales diferentes. Se encuentran hasta las lùciernagas que ilumìnan la noche como si el  cielo con sus estrellas estuvieran en la tierra!

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First trip to Argentina

It is not easy to explain in words such a beautiful place of the natural landscape ofArgentina. La Reserva de la Capilla del Señor lies at 77 km from Buenos Aires and belongs to this province of Argentina. It’ s a completely natural place with a structure which respects the natural environment. Here people can find peace and harmony…the lake with its animals as frogs, birds and llama that take a refreshing bath in the water. During night the place transforms into a magic place with animal concerts and fireflies which illuminate the dark  night. It seems that the heaven with all the stars has reached the earth!

http://www.lareservanatmasarte.com.ar/