A nord dello stato del Rio Grande do Sul, in Brasile, e ad est del dipartimento di Artigas in Uruguay, si trova una vasta regione mineraria o provincia gemmologica di depositi di agata e ametista.
Al norte del estado de Rio Grande do Sul, Brasil, y al este del departamento de Artigas en Uruguay, se localiza una extensa región minera o provincia gemológica de yacimientos de ágatas y amatistas.
Per cui il Nord dell’Uruguay Artigas è la terra delle pietre preziose. Qui si organizzano safari alle miniere delle pietre, tra cui troviamo anche l’agata ed il quarzo. Inoltre questi posti sono considerati centri energetici importanti.
Por eso el norte de Uruguay, Artigas es también la tierra de las piedras preciosas. Aquí es posible hacer un safari minero, donde encontramos también la piedra ágata y el cuarzo. Estos lugares son centros energéticos del mundo importantes.
I depositi tendono ad essere scoperti o a cielo aperto e di solito vengono estratti da agate. Ci sono anche tunnel, in cui l’ametista viene estratta nelle sue profondità. Questi tunnel sono caratterizzati da dimensioni molto grandi, il che facilita l’ingresso ai camion.
Los yacimientos tienden a ser descubiertas o cielo abierto, y por lo general se extraen en ellas ágatas. Existen también túneles, de los cuales se extrae la famosa piedra amatista conocida en todo el mundo. Estos túneles son muy grandes y gracias a eso pueden entrar los camiones.
safari nelle gallerie Artigas
In media, si stima la produzione di centotrenta tonnellate di agate all’anno. Mentre le ametiste vengono prodotte intorno alle settantacinque tonnellate.
En promedio se calcula, la producción de ciento treinta toneladas anuales de ágatas y alrededor de setenta y cinco toneladas de amatistas.
Allo stesso modo, viene registrata l’esistenza di grandi geodi, anche se sono di meno. Questi geodi pesano tra i cento e cinquecento kg. Alcuni raggiungono diametri superiori a un metro.
De aquí provienen también grandes geodas, aunque no son muchas, estas llegan a pesar entre cien y quinientos kilogramos. Algunas llegan alcanzar diámetros superiores a un metro.
Esiste un aneddoto sulle pietre preziose di Artigas e risale agli anni ’50, quando l’archeologo uruguaiano Antonio Taddei, fu in grado di determinare sulle rive del torrente Catalán Chico, l’esistenza di resti di una cultura primitiva, di otto e diecimila anni fa. Lui la che chiamò Catalanense.
I documenti storici però mostrano che era nel 1860 quando le agate e le ametiste iniziarono a guadagnare valore, quando iniziarono ad arrivare dal catalano alle cascate Paysandú, per essere spedite al basso fiume Uruguay .
Oggi le pietre sono vendute in tutto il mondo. E le pietre di Artigas sono famose in China, Arabia Saudita e tanti altri paesi che le comprano.
El los años 50 un arqueólogo uruguayo Antonio Taddei, descubrió en las orillas del arroyo Catalán Chico, la existencia de restos de una cultura primitiva, de ocho y diez mil años de antigüedad, que llamó Catalanense.
Según los registros históricos las ágatas y amatistas comenzaron a adquirir valor en 1860, cuando comenzaron a llegar desde el Catalán hasta el Salto Paysandú, para ser embarcadas al rio Uruguay abajo.
Hoy las piedras de Aritgas son famosas en todo el mundo. Se venden en la China como en Arabia Saudita como en el resto del mundo.
Finalmente abbiamo raggiunto il paesino Villa 25 de Agosto, departamento Florida in Uruguay, al quale la pittrice francese Lea ha regalato un atmosfera speciale con i suoi murales.
Por fin llegamos al pueblitoVilla 25 de Agosto, departamento Florida en Uruguay, donde la pintora francesa Leo dio nuevamente vida al pueblo con sus murales en las casas.
La piazza del paesino ha questa murale che si trova vicino alla stazione del treno( che purtroppo non funziona più) dove troviamo un vagone allestito come atelier per i corsi di pittura e l’esposizione di arte.
En la plaza del pueblo encontramos esta mural que esta ubicada cerca de la estación deferrocarril ( que lamentablemente ya no funciona) donde hay un vagon que se usa como atelier de la pintora para sus cursos de pintura y exposición de cuadros.
Il motivo da disegnare su ogni casa viene scelto dai proprietari che ci mettono anche i colori. La pittrice ed i suoi alunni si mettono al lavoro! In questo modo è nata la strada dei murales che attrae ogni mese turisti che vengono a conoscere il paese per quest’arte.
El dibujo es elejdo por los preoprietarios de la casa que también meten la pintura. La pintora Lea y sus alumnos ponen mano a la obra. Se creo así la Ruta de los murales en Villa 25 de agosto donde llegan visitantes solo para conocer los murales de Leo.
Il ristorante del paese , el restaurante del pueblo
I famosi gauchos uruguaiani, los famosos gauchos uruguayos.
I guaranì in lingua originale chiamati avà sono un gruppo etnico nativo sudamericano che geograficamente erano situati in Paraguay, nord e nordest dell’Argentina, sud e sud est del Brasile e sud est della Bolivia. Parlano le varianti linguistiche della famiglia del tupi-guaranì. Noi siamo andati a conoscerli nella Provincia di Misiones in Argentina.
Queste popolazioni sono discendenti di gruppi provenienti dalla foresta tropicale del alto Paranà, alto Uruguay e le frontiere meridionali del altopiano brasiliano. Con la scoperta dei siti archeologici è stato scoperto anche questo gruppo etnico nel 55 d.C.
All’ arrivo degli europei i guaranì occupavano le foresta tra i fiumi del Parana’ , Miranda, Tiete, Uruguay ed i suoi affluenti come anche una grande parte della costa sud del Brasile.
I guaranì si stabilirono nel territorio che attualmente appartiene al Paraguay eall’Argentina. La parola Paraguay paraguá-y proviene dalla loro lingua e significa “ acqua che forma un oceano.” I guarnì si dividevano in diverse tribu dipendendo della zona nella quale vivevano.
Oggi nella Provincia di Misiones in Argentina ci sono 74 comunità in una popolazione totale di 3 mila persone. I guaranì vivono dentro le Riserve della Biosfera di Yabotì. La riserva è un estensione di 6500 ettari di terra, dove coltivano anche i loro alimenti, le loro piante medicinali e i materiali di costruzione.
Le visite turistiche alle comunità aborigeni di Mbororé e Yriapù per esempio rappresentano un esperienza indimenticabile que ci permette di conoscere la loro cultura e l’artigianato da vicino. Si offre anche una camminata e visita guidata nella foresta. Le visite alle comunità aiutano a portare soldi alle comunità direttamente.
In precedenza il cibo dei Guarani includeva la raccolta di molte piante, la principale era il mais. Coltivavano anche manioca, patate dolci, zucca, fagioli, arachidi, ananas e papaia. Anche banane e possibilmente angurie e canna da zucchero. Erano tribù etniche autosostenibili con le proprie radici e culture. Avevano un guaritore del villaggio con le loro credenze.
Attualmente le comunità vivono vicino ma isolate da centri o città. Negli ultimi decenni, le strutture politiche ed economiche hanno gradualmente distrutto le tradizioni che si sono spostate dagli antenati.
In questo processo la sottrazione della terra ha contribuito allo sfollamento forzato e alla migrazione interna collettiva. Oggi le comunità occupano solo piccoli spazi di ampie parti di terra. In questo modo le comunità indigene hanno perso i loro spazi etnici, sociali, religiosi, economici e politici. Al momento sono una popolazione in eccedenza perché non si autofinanziano e devono essere “sostenuti” dallo Stato. Sono considerati i più poveri della ricca provincia di Misiones. Una triste realtà che la parte turistica non mostra, ma in realtà loro sono degli emarginati che il governo non vuole perché non servono. Questo ce lo fa capire il nostro guida con il quale percorriamo la comunità.
Tierra guarani, Misiones
Los guaraníes o en original llamados avá, son un grupo de pueblos nativos sudamericanos que se ubican geográficamente en Paraguay, noreste y noreste de Argentina , sur y suroeste de Brasil y sureste de Bolivia. Ellos hablan las variantes lingüísticas de la familia tupi-guaranì.
Estas poblaciones son descendientes de los grupos que habitaban las selvas tropicales situadas en las cuencas del alto Paraná, alto Uruguay y en las fronteras meridionales del altiplano brasileño. Con los descubrimientos de sitios arqueológicos fue descubierto esto grupo etnico 500 d.C.
En la víspera de la llegada de los europeos, los guaraníes ocupaban las amplias selvas comprendidas entre los ríos Paraná, Miranda, Tiete, Uruguay, y sus afluentes, y amplios tramos de la costa sur de Brasil .
Los guaraníes se establecieron en el territorio que actualmente pertenece al Paraguay y Argentina. La palabra Paraguay paraguá-y viene del guaraní que significa en el idioma nativo “agua que forma un océano”. Ellos se dividían en distintas tribus dependiendo de las zonas en las que vivían.
Actualmente Misiones en Argentina cuenta con 74 comunidades y una población total de 3 mil personas. Los guaraníes viven dentro de la Reserva de la Biosfera de Yabotì.
Hoy en día viven dentro de la Reserva de una extensión de 6.500 hectáreas, donde obtienen sus alimentos, plantas medicinales y materiales de construcción.
Las visitas turísticas a las comunidades aborígenes de Mbororé e Yriapú constituyen una experiencia única , que permite conocer su cultura y sus tradiciones. Se ofrece además un paseo en la selva y conocer sus secretos, como la forma de cazar, las plantas, la artesanía y mucho mas. Con estas visitas se ayuda a las comunidades a ganar directamente dinero.
Antiguamente la alimentación de los guaraníes comprendía la cosecha de un montón de plantas, la principal era el maíz. También cultivaban mandiocas, batatas, zapallos, porotos, maníes, ananás y papayas. También bananas y posiblemente, sandías y cañas de azúcar. Eran tribus etnicas auto-sustentables con propias raíces y culturas. Tenían curandero del pueblo con sus creencias.
Actualmente las comunidades viven cerca pero aisladas de los centros o pueblos. En las últimas décadas las estructuras políticas y económicas fueron gradualmente destruyendo las tradiciones que se trasladaron desde los ancestros. En ese proceso fue ayudó la sustracción de la tierra, lo que provocó los desplazamientos forzosos y las migraciones internas colectivas.
Hoy día las comunidades solamente ocupan pequeños espacios de grandes partes de tierras. En este modo las comunidades indígenas perdieron sus propios espacios étnicos, sociales, religiosos, económicos y políticos. En la actualidad son población sobrante porque no se autofinancian y deben ser “sostenidos” por el Estado. Se consideran los mas pobres de la rica Provincia de Misiones.
Una triste realidad que la parte turística no nos muestra, pero la realidad es distinta.Ellos son los marginados , lo que el gobierno no quiere porque no sirven. La triste historia de los indigenas en todo el mundo. El guía que nos lleva a visitar la comunidad nos hace entender esta triste situación .
Le famose cascate, Cataratas del Iguazú si trovano all’interno del Parco Nazionale Iguazù, un area protetta e riserva naturale di 67.720 ettari situati al nord della regione argentina di Missiones. Una vera e propria meraviglia del mondo!
Un totale di 275 cascare di acqua all’interno della foresta paranese situati a 17 km della dallo sboccio del Rio Iguazu e del Rio Paranà, il punto dove si trova anche le frontiere tra Argentina, Brasile e Paraguay. Queste meraviglie appartenenti al Patrimonio naturaledell’umanità sono il risultato di un eruzione vulcanica.
Le Cascate sono larghe 2,7 km. La loro altezza va dai 60 m ai 82m e la quantità di acqua uscente è in media di 1.800 m³/s.
Ci godiamo lo spettacolo da due sentieri, quello inferiore per vedere le cascate da sotto e da quello superiore per vederle da sopra. Una camminata di tre o quattro ore circa. Si può prendere anche un treno ecologico che porta fino alla famosa gola , Garganta del diablo.
Una grande quantità d’acqua di queste cascate cade nella Gola del diavolo la Gargantadel Diablo- questo abisso a forma “U “ha un altezza di 82m, una larghezza di 150m e una lunghezza di 700 m.
Due terzi di queste cascate Cataratas del Iguazú si trova sul lato argentino. Ma si possono visitare anche dal lato brasiliano e da quello del Paraguay.
Le cascate hanno fatto da scenario a molti film famosi come ” Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull”, “Miami Vice” e molti altri. Rappresentano uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita!
Ma in questo splendido parco in mezzo alla foresta non ci sono solo le cascate da visitare, benché molta flora e fauna spettacolare. Per esempio nella riserva Guiraoga un rifugioper animali selvatici osserviamo caminando in mezzo alla foresta gli animali che vengono tenuti lì per essere curati, protetti e poi mandati in libertà di nuovo. Un modo per proteggerli e riscattarli da molti pericoli che corrono e salvarli dall’estinzione.
Da visitare sicuramente è anche il Biocentro di Iguazù con rettili, coccodrilli e insetti, colibrì ect.
Cataratas de Iguazù y Parque Nacional Iguazù
Las famosas Cataratas de Iguazú se encuentran en el Parque Nacional iguazù una área protegida y reserva natural de 67.720 hectarias ubicadas en el norte de la region argentina de Misiones. Una verdadera maravilla del mundo!
Un total de 275 saltos de agua dentro de la Selva Paranaense , ubicados a 17 kilómetros de la desembocadura del Río Iguazú en las aguas del Río Paraná, donde se encuentran las fronteras de Argentina, Brasil y Paraguay. Estas maravillas partenecen al Patrimonio Natural de l Humanidad y son de origen volcanica.
Las Cataratas tienen un ancho de 2.7 kilómetros y su altura varía entre los 60 metros y 82 metros, mientras su caudal de agua promedio es de 1.800 m³/s.
Una gran parte del agua de las Cataratas cae en la Garganta del Diablo, un enorme y impresionante abismo en forma de “U” que tiene un altura de 82m, mide 150 metros de ancho y 700 metros de largo.
Dos tercios de estos saltos se encuentran en el lado argentino. Pero se pueden visitar también en la parte brasileña y de Paraguay.
Las cataratas han sido un escenario para peliculas famosas como ” Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull”, “Miami Vice” y estas son solamente algunas.
Es un placer caminar en este parque natural observando las cataratas desde los dos senderos, de arriba y de abajo. El sendero superior y el sendero inferior, mas o menos cuatro horas de caminata . Se toma también un tren ecológico que lleva hasta la garganta del diablo para ver este espectáculo desde cerca.
En Iguazù no hay solo las cataratas sino una flora y fauna impresionante para conocer. La reserva y refugio de animales selvajes Guiraoga ofrece un paeso didáctico muy lindo para conocer sobre los animales que están en peligro de extinción . Aquí se rescatan, recuperan y se liberan de nuevo en la fauna silvestre misionera.
ElBiocentro Iguazù con sus reptiles, cocodrilos, colibirs y mariposario vale tambien la pena visitar.
Per viaggiare in maniera responsabile e se vi interessano altri luoghi con splendide cascate date un’occhiata a questa pagina:
Situato a 3400 m di altitudine, Cuzco sembra toccare il cielo. Qui le nuvole toccano quasi le case ed è l’unica città con aeroporto dove l’aereo atterra quasi in mezzo alle case. Uno scenario impressionante! Gli inca la chiamavano ombelico del mondo…ma perché?
Cuzco si chiamerebbe l’ombelico del mondo grazie ad una leggenda. La leggenda vuole che il capo inca Manco Capac e sua sorella e sposa Mama Ocllo, per ordine della divinità del sole Inti partirono al lago Titicaca alla ricerca di un luogo prescelto dove il cuneo d’oro che portavano con sé sarebbe affondato nella terra senza fatica. Dirigendosi verso nord, raggiunsero la valle di Cuzco, dove il cuneo sprofondò all’istante e venne inghiottito dalla Pachamama,la madre terra. Questo segna il mitologico inizio della civiltà inca e della capitale del grande impero, la città chiamata” ombelico”( in lingua quechua).
Cuzco con i suoi circa 500.000 abitanti è situata a 3400 m di altitudine, fu progettata a forma di puma, animale sacro degli inca, anche simbolo di forza e dominio. La città si trova in una valle dominata dalla Cordigliera: paesaggio maestoso unito a quello del cielo, che stupisce di meraviglia.
La Plaza de Armas prima si chiamava Huacaytapa che in quechua significa lamento o preghiera. Era il doppio di grandezza e aveva un significato religioso, rappresentava il corpo del puma, l’animale sacro.
Dopo la conquista degli spagnoli molti edifici furono distrutti e saccheggiati, e sopra gli antichi templi ed edifici inca vennero costruite chiese spagnole, per esempio sul Coricancha, templo del sole, Francisco Pizzarro fece costruire il convento di SantoDomingo, anche se una parte è rimasta. Coricancha significa oro e recinto “recinto di oro” era l’edificio dedicato al sole.
Cuzco, el ombligo del mundo
Ubicado a 3400 m de altitud, Cuzco parece tocar el cielo. Aquí las nubes casi tocan las casas y es la única ciudad con un aeropuerto donde el avión aterriza casi en el medio de las casas. ¡Un escenario impresionante! El Inca lo llamó el ombligo del mundo … pero ¿por qué?
Cuzco sería llamado el ombligo del mundo gracias a una leyenda. La leyenda dice que el jefe inca Manco Capac y su hermana y esposa Mama Ocllo, por orden de la divinidad del sol, Inti dejó en el lago Titicaca en busca de un lugar elegido donde la cuña dorada que llevaban con ellos se habría hundido en la tierra sin esfuerzo.
Dirigiéndose hacia el norte, llegaron al valle de Cuzco, donde la cuña se hundió instantáneamente y fue tragada por la Pachamama, la madre tierra. Esto marca el comienzo mitológico de la civilización inca y la capital del gran imperio, la ciudad llamada “ombligo” (en idioma quechua).
Cuzco con sus aproximadamente 500,000 habitantes se encuentra a 3400 m sobre el nivel del mar, fue diseñado en forma de un puma, el animal sagrado de los incas, también un símbolo de fuerza y dominio. La ciudad está ubicada en un valle dominado por la Cordillera: paisaje majestuoso combinado con el del cielo, que sorprende con asombro.
La Plaza de Armas se llamaba anteriormente Huacaytapa, que en quechua significa lamento u oración. Tenía el doble de tamaño y tenía un significado religioso, representaba el cuerpo del puma, el animal sagrado.
Después de la conquista de los españoles, muchos edificios fueron destruidos y saqueados, y sobre los antiguos templos y edificios incas se construyeron iglesias españolas, por ejemplo, en el Coricancha, el Templo del Sol, Francisco Pizzarro hizo construir el convento de Santo Domingo, aunque quedara una parte . Coricancha significa oro y el recinto de “cerca de oro” fue el edificio dedicado al sol.
Un iniziazione e pulizia energetica con Don Humberto Soncco Quispe nella laguna vicino a Cuzco. Humberto è uno degli ultimi saggi della nazione dei Q’eros delle Ande.
Il suo cognome significa “cuore di cristallo” e ci trasmette con amore gli insegnamenti degli avi, come anche a riconoscere “Chi sono”, insieme al risveglio in questi tempi di trasformazione della coscienza , è proprio adesso che bisogna passare alla energia del cuore. Humberto è anche Maestro del maestro Jordi Lopez, che vive in Spagna.
Humberto parla solo quechua, la lingua indigena e grazie al nipote riusciamo a comunicare. Prepara il “despacho” le offerte alla Pachamama ( Madre terra) e agli Apus (spiriti delle montagne) che vengono onorati e dedicate le offerte.
Dopo una ricerca ed una lunga attesa interiore ( circa 20 anni) arrivo a Cuzco per conoscere questo saggio. In questi due giorni mi dedica una pulizia con l’acqua della laguna , due despacho e poi la iniziazione per poter fare anch’io le offerte e le richieste.
Il posto è meraviglioso, circondato da montagne di alta quota, con clima caldo durante il giorno anche se siamo già in inverno. Il sole qui non perdona. Il clima estremo sembra voler marcare un territorio agli intrusi….non tutti lo sopporteranno…solo chi accetta o viene accettato, o forse chi ha la stessa vibrazione energetica.
La cultura dei Q’eros è fatta di simbolismi che si trovano nel volo del condor per esempio, ma anche nella melodia dei flauti andini, nella luce del Taita Inti (Padre Sole) e la Madre Quilla (Madre Luna), l’amore della Pachamama (madre tierra) la medicina della Abuela Coca (foglie di coca) che si usano per la divinazione, ed anche nei poteri dei grandi Apus, gli spiriti delle Ande, delle montagne andine.
Ceremonia Q’eros en la Laguna de Cuzco
Una iniciacion y limpieza energetica con Humberto Soncco Quispe en la laguna cerca de Cuzco. Humberto es uno de los ùltimos sabios de la Nación de los Q’eros en los Andes.
Su apellido significa “corazón de cristal” y el nos transmite con amor las enseñanzas de sus antepasados y abuelos. Nos enseña a reconocer “QUIÉN SOY”, y todo el despertar que en estos tiempos de plena transformación de conciencia precisamos. Tenemos que pasar a la energía del corazón para cambiar la conciencia. Humberto es también Maestro del maestro Jordi Lopez, el chaman que vive en España.
Humberto habla solo quechua, el idioma indígena y nos comunicamos gracias al sobrino. Prepara el “despacho” , las ofrendas para la Pachamama (Madre tierra) e para los Apus (espíritus de las montañas) que son honrados y a los cuales se hacen los pedidos.
Después de una búsqueda y una larga espera interior (20 años) llego a Cuzco para conocer a este sabio. En estos dos días me dedica una limpieza con el agua de la laguna, dos despachos y la iniciación par poder hacer lo mismo.
El lugar es maravilloso, rodeado de montañas altísimas, con un clima muy caluroso durante el dia a pesar de que es ya invierno. El sol aquí no perdona. El clima es extremo y parece que quiere marcar un territorio, para que no todos aguanten en este lugar. Hay algunos que se aceptan y otros no, o a lo mejor depende de la vibración energética que las personas tengan en este momento.
La cultura de los Q’eros tiene su simbolismo que se encuentra en el vuelo del cóndor, la melodía de las quenas, en la luz de Taita Inti ( el sol) y la Madre Quilla (madre luna), el Amor de la Pachamama (madre tierra) la medicina de la Abuela Coca (hojas de coca) y los poderes de los grandes Apus, los espíritus de los Andes (las montañas). Todo tiene un significado y todo se respeta!
Riflessioni personali su questo piccolo Paese Sudamericano l’Uruguay che affronta sempre un costante cambiamento culturale, sociale e politico.
Uruguay la terra dell’energia femminile, con i suoi laghi, fiumi ed il mare.
Terra dell’acqua e del vento, poco conosciuta, piccola, lontana ma non del tutto dimenticata.
Terra con gente sradicata ed invasa dagli stranieri nei secoli scorsi, che hanno lasciato in parte menzogne ed illusioni di false promesse e in parte arricchimento culturale .
Terra con energia di altre dimensioni, dove si può ancora respirare calma e pace.
Il tempo sembra scorrere lentamente. Il cielo è sempre blu e quando è nuvoloso le nuvole hanno forma di morbido zucchero filato.
Terra di forti contrasti, tra natura e clima estremi durante le quattro stagioni e la sporcizia della decadenza umana.
Terra sempre accompagnata da polvere e umidità, tra le strade sterrate e la foschia.
Uccelli esotici che cantano e svolazzano tra gli alti eucalipti e i tero uccelli simbolo nazionale che sembrano sempre stare in agguato.
In certi angoli della capitale si respira la decadenza della mente umana. Odori e sapori di lardo e dolciastro dei cibi cucinati per strada da coloro che cercano di tirare su qualche spiccio per sopravvivere alla quotidianità in una società eternamente in crisi.
Crisi mentale e spirituale che si confronta con coloro che invece crescono e si evolvono nella stessa città allo stesso tempo, dentro gli stessi confini.
Uruguay la terra dei forti contrasti, un Paese apparentemente vuoto ma tutto da scoprire ed esplorare. La terra promessa per i sognatori alla ricerca di qualcosa di migliore. La terra della speranza per chi viene da lontano e la terra della delusione per coloro che invece la lasciano per trovare qualcosa di meglio altrove.
Per iniziare bene l’anno lascio alcuni pensieri di viaggio con significato e verità profonde. Buoni inizio 2019!
Non mi dire quanto sei educato e colto, dimmi quanto hai viaggiato.
(Maometto)
L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.
(Anne Carson)
Viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo…
(Jan Myrdal)
Ognuno deve cercare a modo suo, ognuno deve fare il proprio cammino, perché uno stesso posto può significare cose diverse a seconda di chi lo visita.
(Tiziano Terzani)
I grandi viaggi hanno questo di meraviglioso, che il loro incanto comincia prima della partenza stessa. Si aprono gli atlanti, si sogna sulle carte. Si ripetono i nomi magnifici di città sconosciute.
(Joseph Kessel)
Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade.
(Francisco Galvez)
Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita.
(Alphonse de Lamartine)
Io non sono più la stessa dopo aver visto brillare la luna dall’altra parte del mondo.
Con grande onore Tayta boliviano che vive in Argentina ci racconta della decolonizzazione che è in azione da parte degli indigeni andini per recuperare la loro cultura e le loro tradizioni in parte perse dai tempi della colonizzazione spagnola. Una triste storia che ha vissuto il genocidio più grande della storia umana e di cui si parla appena nei libri di storia.
Ai tempi della conquista spagnola il grande potente impero degli Inca si estese nelle regioni della Ande centrali che comprende parte del Perù, Ecuador, Cile settentrionale e Bolivia.
Il nome dell’impero dato dagli indigeni era Tahuantinsuyu, il “Regno dei quatto Cantoni” che era così esteso da sembrare ad abbracciare i confini del mondo. I Signori e capi erano gli Inca, grandi e violenti guerrieri che avevano unificato una vasta regione. La tradizione vuole che ci furono tredici imperatori il primo fu Manco Capac e l’ultimo fu Atahualpa che fece uccidere Pizarro nel 1533. Intorno agli imperatori ci sono tantissime leggende. I primi otto imperatori degli Incas sembra che limitassero il loro dominio intorno alle zone di Cuzco. Dopo la loro vittoria contro il popolo dei Chanca, sugli altipiani a nord-ovest, l’impero si estese per un’area di oltre 4000 chilometri.
L’uomo preincaico ed incaico del Perù viveva insieme alla natura che considerava sacra e piena di energie spirituali. L’andino non era dominatore al centro dell’universo ma si sentiva e si sente ancora oggi come parte di un Tutto vivente, cioè ogni cosa, le piante, gli animali, le montagne, le sorgenti, il mare e gli astri partecipavano alla stessa circolazione di essenza divina. Le energie erano e sono invisibili e nel mondo materiale si manifestano come forze, mentre nel mondo spirituale sono potenze e vibrazioni. Quindi anche la materia è energia. Il sentiero andino -Kausay puri insegnavano a muoversi e a camminare in questo cosmo vivente pieno di energie , il kausay-pacha. Kausay significa vita e pacha è terra.
Questo splendido mondo andino è pieno di misteri e bellezze da cui noi occidentali possiamo imparare ed è proprio questa l’idea della decolonizzazione di Tayta. Una lotta un grido per farsi sentire e cercare di salvare ciò che è ancora salvabile. Svegliare le coscienze delle persone e del mondo, a favore della PACHAMAMA che è in grave pericolo.
Tayta ci spiega che la cosmovisione è un guardare allo spazio , vedere le comete, le stelle anche il condor o l’anaconda perché tutto si trova nello spazio. Il condor è sacro nella cultura andina, come altri animali, il Puma (otorongo nella giungla), l’anaconda (serpente), la ballena, colibrì. Ogni animale rappresenta uno dei quattro elementi della terra.
Gli andini dipendevano dagli animali per lavorare e attraversare luoghi pericolosi. Gli animali sono messaggeri in ogni movimento loro c’è un messaggio anche per noi per esempio, la direzione di una volpe che attraversa la strada, il canto di un uccello ecc.
Quando arrivarono gli europei cambiarono tutto, si creò la confusione in modo volontario per confondere le persone. Un esempio è l’orologio, che dovrebbe girare in senso antiorario secondo gli indigeni, il temporale ed il vento girano così.
La legge Romana introdusse il diritto di proprietà e la chiesa infondeva paura, sottometteva con l’idea di un Dio nell’Universo, mentre la credenza andina dice che ogni cosa ha uno spirito. Così si sono diffuse la miseria, la paura e i vizi tra i popoli andini.
La Profezia degli andini ha dato speranza di aspettare con pazienza ….si diceva che ogni cosa si sarebbe rivolta contro ai colonizzatori. La foglia di coca è altamente medicinale nella cultura andina, ma gli europei non hanno saputo usarla, infatti hanno prodotto la cocaina che sta uccidendo molte persone. La stessa cosa vale per le piante come la marihuana o il tabacco.
L’alimentazione è un altro esempio di come sia stata distorsionata dagli europei ed è la causa di molte malattie e altro. Tayta parla dell’importanza di alimentarsi in modocorretto e sano soprattutto dai 7 ai 14 anni, quando si definisce il sesso delle persone. Ci sono infatti alimenti più adatti ai maschi ed altri alle femmine. Prima nella cultura andina non esistevano tanti omosessuali perché l’alimentazione era più naturale ed adatta ai sessi, cioè che aiutava a rinforzarli.
Inoltre gli andini sanno conservare gli alimenti in modo naturale , secando frutta e verdura o con la idratazione. Basterebbe anche oggi conservare i cibi in modo corretto per potersi alimentare bene, e rispettare così anche l’ambiente senza inquinare. Rispettare anche la coltivazione degli alimenti secondo il luogo geografico è un fattore importante. Inoltre bisogna prendere coscienza della Pachamama e mantenerla sana per poterci vivere bene. Bisogna svegliare la coscienza del pianeta ed i loro abitanti!
La dualità nella cultura andina: le pietre sono maschi e femmina, le piante, l’acqua ( il fiume è maschio). Le pietre maschio si usano per curare, non è facile riconoscerle. Esistono anche elementi neutri, per esempio alimenti che si possono mangiare dopo che si è definito il sesso della persona.
Perché il Condor è sacro per gli andini? Tayta ci spiega che rappresenta l’ave pacifica, pulisce la natura che deve svegliarsi e il risveglio dell’umanità avrà luogo in Centro America. L’aquila invece rappresenta il rapace che ruba come gli Stati Uniti, Messico ed i Paesi colonizzatori.
Tayta lavora anche in un progetto per la protezione dei condor. Questi sono seguiti e tutelati in una riserva finché vengono liberati perché possono sopravvivere da soli. La liberazione dei condor ha luogo nel deserto argentino con una ceremonia dove spesso accadono cose incredibili. I condor stanno morendo a causa dei veleni ed il glifosato spruzzato nei campi, soprattutto in Argentina ma non solo purtroppo. Tayta ed i suoi collaboratori lottano contro l’estinzione dei condor e della Pachamama.
I saluti in quechua
AMA QHELLA. AMA LLULLA Y AMA SUWA.
Non essere pigro (di mattina), non mentire (saluto di pomeriggio), non rubare (di sera)
La cosmosviòn andina y la descolonizaciòn
Tayta boliviano que vive en Argentina nos cuenta de la descolonización que empezó por parte de los indigenas andinos para recuperar la propia cultura e las tradiciones perdidas desde los tiempos de la colonización española. Una triste historia que vivió el geneocidio mas grande de la historia humana y sobre que no se habla bastante ni en los libros de historia.
En los tiempos de la conquista española el gran imperio inca se extiende en la regiones de los Andes centrales que comprende parte de Perù, Ecuador, Chile del norte y Bolivia.
El imperio se llamaba Tahuantinsuyu,” El reino de los cuatro cantones”, era tan grande que parecia abrazar las fronteras del mundo. Los dueños de estas tierras eran los Incas, terribles y fuertes guerreros . Existían en total 13 emperadores, el primero fue Manco Capac y el ultimo fue Atahualpa que hizo matar a Pizarro en el 1533. Hay muchas leyendas que cuentas de ellos. Los primeros ocho emperadores de los Incas parece que reinaban solo alrededor de Cuzco. Después de la victoria contra el pueblo Chanca el imperio gana 4000 km más.
El hombre preincaico e incaico de Perù vivìa junto con la naturaleza que era sagrada para él y llena de energias espirituales. El andino no era dominador al centro del universo pero se sentia y todavía se siente parte de un universo viviente.
Todo tiene vida: los animales, las piedras, las montanias, el mar y los astros participaban a la misma circulacion de la esencia divina. Las energias son invisibles y en el mundo materias se manifiestan como fuerzas, mientras en el mundo espiritual son potencias y vibraciones. La materia también es una energía. El sendero andino Kausay puro enseñaba a moverse y a caminas en este cosmo vivente lleno de energia el kausay-pacha. Kausay es vida y pacha es tierra.
Este mundo andino maravilloso esta lleno de misterios y bellezas que nosotros del mundo occidental tenemos que aprender y esa es la idea de la desconolizacion de Tayta. Una lucha para hacerse escuchar para poder salvar lo que todavía se puede salvar. Despertar las personas y el mundo, a favor de la Pachamama que esta en peligro.
Tayta nos explica que la cosmovision es un mirar al espacio, ver las cometas, las estrellas, al condor o a la anaconda porque todos se encuentra en el espacio. El cóndor es sagrado en la cultura andina, como otros animales, el puma (otorongo en la selva), la ballena, el colibrì. Cada animal representa uno de los cuatros elementos de la tierra.
Los andinos dependían de los animales para trabajar y cruzar lugares peligrosos. Los animales son mensajeros en cada movimiento ellos nos dan mensajes como por ejemplo. la dirección de un zorro que cruza la calle, el canto de un pájaro ect.
Con la llegada de los europeos cambió todo, se creò la confusión voluntariamente. Un ejemplo es el reloj, debería girar en el sentido anti-horario según los andinos, el temporal y el viento giran así.
La Ley Romana introdujo el derecho de propiedad y la iglesia instilaba miedo. Se someta con la idea de un Dios en el Universo, mientras el andino dice que cada cosa tiene unespíritu. De esta manera empezó haber miseria, miedo y empezaron los hombres indigenas con los vicios.
La Profecía andina dio esperanza para esperar con paciencia …iba haber un castigo para el colonizador. Y así es: la hoja de coca es medicinal en la cultura andina, pero los europeos no supieron usarla, se produce cocaina que los mata. Lo mismo pasa con otras plantas medicinales como la marihuana y el tabaco.
La alimentación es otro ejemplo que causa enfermedades y muertes. Tayta habla de la importancia de alimentarse en manera correcta y sana, sobretodo desde los 7 hasta los 14 años de edad cuando se define el sexo de las personas. Hay alimentos mas adecuados para varones y otros para mujeres. Antiguamente en los Andes no existían los homosexuales porque la alimentación era más natural y adecuada para ambos sexos, eso ayudaba a fortalecerlos.
Los indigenas saben conservar los alimentos en forma natural, secando fruta y verdura o con hidratación. De esta manera es mas sana y no contamina el ambiente. Utilizar y crecer alimentos según el lugar geográfico en que se vive es importante. Hay que tomar conciencia de la Pachamama y mantenerla sana para poder vivir bien junto a ella.
La dualidad en la cultura andina existe en todo: las piedras son masculino y femenino, las plantas, el agua (el rio es masculino). Las piedras masculinas son para curar, no es fácil reconocerlas. Existen también alimentos neutrales, por ejemplo alimentos que se pueden comer después de que se haya definido el sexo de la personas.
Porqué el Condor es sagrado para los indigenas andinos?
Según las palabras de Tayta el cóndor representa el ave pacifico, limpia la naturaleza que tiene que despertar a la humanidad , y eso pasará en Centroamérica. El águila en cambio representa el rapaz que roba como Estados Unidos , Méjico y otros países colonizadores.
Tayta trabaja también en un proyecto para la protección del cóndor. El cóndor se cuida en una reserva hasta que sea fuera de peligro y se pueda liberar. La liberación del cóndor tiene lugar en el desierto argentino con una ceremonia donde pasan cosas increíbles. Estos aves están muriendo por el glifosato en los campos argentinos y otros países suramericanos. Tanta y sus compañeros luchan contra la extinción del cóndor y de la Pachamama.
Los saludos en quechua
AMA QHELLA. AMA LLULLA Y AMA SUWA.
No seas flojo (de maniana), no mentir (de tarde), no robar (de noche)
Straordinario viaggio con partenza dal porto di Punta del Este (Maldonado) per raggiungere in barca la Isla de Lobos. Una gita di due ore per scoprire i leoni marini e la flora dell’isola.
La isla de Lobos (isola dei leoni marini) è parte della Riserva della fauna appartenente al “Parco nazionale delle isole della costa” nell’Oceano Atlantico a 8,5 km dalla costa di Punta del Este (45 minuti di navigazione). La superficie di 41 ettari è abitata dalla colonia più grande di leoni marini del Sudamerica, da cui prende anche il nome l’isola.
L’isola è lunga 980 m e le sue coste rocciose si alternano a sabbia fina. Il terreno è composto da granito rosa ed in parte è coperto da vegetazione.
Gli amanti della natura non possono assolutamente perdersi quest’escursione ecologica! Le meraviglie ecologiche e anche culturali sorprendono ogni volta i visitatori.
Le foto appartengono alla meravigliosa pagina Facebook di Fauna Marina Uruguay che si dedica a diffondere informazioni su tutte le specie marine in Uruguay.
L’isola è stata scoperta da Juan Díaz de Solís el 1516 e racconta la storia di alcuni navigatori che arrivarono alla sua spiaggia e cacciarono 66 leoni marini come unico alimento che trovarono durante il loro viaggio di ritorno. La loro pelle serviva per essere venduta al mercato di Sevilla.
Oggi troviamo circa 180.000 leoni marini sull’isola. Questi leoni marini sono mammiferi chiamati Pinnípedos Otáridos che a differenza delle foche hanno quattro pinne sulle quali camminano. Il loro corpo è fatto per nuotare, raggiungono 100 metri di profondità e possono rimanere sott’acqua per diversi minuti. Il loro olfatto e udito sono ben sviluppati e per questo ci vedono anche molto bene sott’acqua. La loro riproduzione è poligama: formano 1 gruppo di 1 maschio con circa 6 femmine. Le femmine hanno solo un cucciolo all’anno e una gravidanza di 11 mesi e mezzo. Il latte materno è ricco di grassi e proteine ed i piccoli vengono allattato per 10 mesi. I leoni marini possono vivere fino a 28 anni!
Le specie dell’isola
Sull’isola Isla de Lobos si trovano due specie di leoni marini, i leoni chiamati “parrucca” e quelli chiamati “ a due peli”. Ogni tanto si vedono anche gli elefanti marini, ed alcune uccelli.
Il Lobo Fino, (leone fino) ne troviamo circa 180.000 esemplari. Questo animale si alimenta lontano dalla costa e mangia calamari, acciughe ecc. possiede due cappe di mantelli ed i maschi arrivano a pesare fino a 140 kg e a 180 cm di lunghezza.
El León Marino (leone marino): di questa specie ci sono circa 12.500 esemplari sull’isola. Si alimentano di pesci della costa. Alcuni di questi li troviamo anche al porto di Punta del Este, altri nuotano intorno alle barche sportive e ai pescherecci. I maschi arrivano anche a 230 cm di lunghezza e a pesare 340 kg.
Inoltre troviamo una gran varietà di uccelli tra cui i gabbiani, chiamati gaviota cocinera. Tra le rocce troviamo la flora autoctona come due specie di cactus ed una specie di felce chiamata calaguala. Sono state poi introdotte altre piante dall’uomo, come canne ecc.
La riserva è amministrata dal Ministero di bestiame, agricultura e pesca. Il MinisterodiTurismo ed il Ministero di difesa nazionale e di armata nazionale che collaborano nel mantenerla.
Il faro della Isla de lobos
Il Faro è stato costruito nel 1906 e si trova a 59 m sopra il livello del mare, perciò è anche uno dei fari più alti del mondo. Il Servizio di illuminazione e Balizamiento dell’ Armata Nazionale opera il faro che emette un flash ogni 5 secondi. La sua luce raggiunge i 40 km e aiuta le imbarcazioni che entrano ed escono dal Rio de la Plata. I 240 scalini portano sul balcone del faro (necessaria la prenotazione) da dove di gode di una vista meravigliosa dell’isola e della costa di Punta del Este.
Nel mese di luglio del 2001 questo faro divenne il “primo faro senza equipaggio” del Uruguay con una tecnologia del 21esimo secolo grazie alle nuove attrezzature che si alimentano di energia solare attraverso i pannelli che caricano diverse batterie dentro nel faro stesso.
Turismo ecologico
Si stanno elaborando progetti per dare la possibilità ai turisti di arrivare sull’isola che fa parte del Parco Nazionale delle Isole della costa amministrate dal Ministero del bestiame, agricoltura e pesca dell’Uruguay. Al momento al porto di Punta del Este si trovano operatori privati che organizzano escursioni all’isola Isla de Lobos. L’isola può essere visitata in un paio d’ore e ci si può anche fare il bagno con i leoni marini. (se si ha il coraggio!)
Viaje ecologico por la Isla de Lobos
Extraordinario viaje en barco saliendo desde el puerto de Punta del Este (Maldonado) para llegar a la Isla de Lobos. Una excursión de dos horas para descubrir los lobos marinos y la flora de la isla.
La Isla de Lobos, Reserva de Fauna integrantes del “Parque Nacional de Islas Costeras”, está ubicada en el Océano Atlántico a 8,5 km de la costa de Punta del Este (45 minutos de navegación). Se trata de una superficie de 41 hectáreas que está habitada por la colonia más grande de lobos marinos de América del Sur, por eso el nombre se llama así.
La isla mide 980 metros de largo y sus costas son rocosas que se alternan con arenas finas. El terreno tiene granito rosado y está cubierto por algo de vegetación.
Este paseo es un “must” para los amantes de la naturaleza que llegan a este balneario.
Las maravillas ecológicas y también culturales sorprenderán a los visitantes. La isla fue descubierta por Juan Díaz de Solís en 1516 y cuenta la historia que unos tripulantes desembarcaron en su playa y cazar 66 lobos marinos como único alimento que encontraron durante el viaje de regreso. Las pieles servían para ser vendida en el mercado de Sevilla.
Hoy día se encuentran alrededor de 180.000 lobos marinos en la isla. Los lobos y leones marinos son mamíferos, llamados Pinnípedos Otáridos, que se diferencian de las focas por poseer pabellón auditivo y caminar sobre sus cuatro miembros a forma de aletas. Tienen el cuerpo para nadar, alcanzan 100 metros de profundidad y pueden sumergirse durante varios minutos. El olfato y el oído de esos animales están bien desarrollados y por eso ven muy bien bajo el agua.
Su reproducción es polígama: forman harenes de 1 macho con un promedio de 6 hembras. Las hembras tienen un solo cachorro por año y una gestación que dura once meses y medio. Los cachorros dependen de la leche materna, que es muy rica en grasa (30 a 50%) y proteínas, maman hasta los 10 meses y viven unos 28 años.
Las especies de la isla
En la isla de Lobos se encuentran dos especies de lobos marinos, los lobos “peluca” y loslobos de “dos pelos”. Además de vez en cuando se pueden ver a los elefantes marinos, como también algunas aves.
El Lobo Fino: se encuentran alrededor de 180.000 ejemplares. Este animal se alimenta lejos de la costa, y come calamar, anchoa, camarón y merluza joven y camarón.Tiene dos capas de pelo. Los machos pueden pesar hasta 140 kg y llegar a medir 180 cm.
El León Marino: hay alrededor de los 12.500 ejemplares en la isla . Este normalmente se alimenta de los peces que habitan en la franja costera como: corvina, pescadilla, cazón y brótola. Algunos los vemos también en el Puerto de Punta del Este, otros nadando alrededor de las embarcaciones deportivas y de pesca artesanal. Los machos llegan hasta 230 cm de largo y pesar 340 kg.
Se observan también una gran variedad de aves, como por ejemplo la gaviota cocinera. Entre las rocas encontramos como flora autóctona dos especies de cactus y una especie de helecho llamado calaguala. El hombre además introdujo otras plantas tamarises, cañas, etc.
La reserva está administrado por el Ministerio de Ganadería, Agricoltura y Pesca. El Ministerio de Turismo y el Ministerio de Defensa Nacional y la Armada Nacional apoyan la reserva.
Faro de la Isla de Lobos
El Faro fue construido en 1906 y se encuentra a 59 metros sobre el nivel del mar. Es uno de los faros más altos del mundo. El Servicio de iluminación y Balizamiento de la Armada Nacional opera el faro que emite un destello cada 5 segundos. Su luz alcanza los 40 km y ayuda a las embarcaciones que entran y salen por el Rio de la Plata. Se pueden subir los 240 escalones para alcanzar un balcón (previa autorización) donde se observa una vista maravillosa de la isla y la costa de Punta del Este.
En el mes de julio del año 2001 este faro se convertio’ en el “primer faro no tripulado” de Uruguay con una tecnología del siglo XXI gracias al nuevo equipamiento que se alimenta con energía solar a través de paneles que cargan baterías en el faro mismo.
Turismo ecologico
Se están desarrollando proyectos para posibilitar a los turistas de llagar a la isla, que es parte del Parque Nacional de Islas Costeras administrado por el Ministerio de Ganadería, Agricultura y Pesca de Uruguay. De momento en el puerto de Punta del Este se encuentran operadores privados que llevan con excursiones a la isla de Lobos. Se recorre la isla en un par de horas y se puede dar un baño junto a los lobos marinos.
Las fotos pertenecen a la pagina facebook de Fauna Marina Uruguay, que trabaja para difundir informaciones sobre la fauna marina en Uruguay. Muchas gracias!
Chi non viaggia ha letto solo la prima pagina di un libro.